Furti di gioielli, fermato gruppo di Sinti

In manette i membri di una organizzazione di nomadi dediti ai furti in abitazioni e ai danni di orafi. Il bottino ammonterebbe a oltre un milione di euro.

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(red.) Un’organizzazione per delinquere finalizzata a furti in abitazioni e ai danni di rappresentanti orafi, che operava tra Venezia, Brescia ed il centro Italia, è stata sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Venezia.
Nelle prime ore di giovedì i militari dell’Arma, con l’ausilio di unità cinofile e elicotteri, hanno eseguito una trentina di provvedimenti cautelari e perquisizioni.
Secondo una prima stima, la banda di Sinti, formata da persone legate tra loro da vincoli di amicizia o parentela, residenti soprattutto a Mestre e sul lago di Garda, avrebbe raccolto un bottino complessivo attorno ad un milione di euro.
Le azioni criminali, con l’utilizzo di molti mezzi, sono state compiute soprattutto nell’area tra il Veneto, il Trentino Alto Adige e la Lombardia.
Le indagini, avviate nei primi mesi del 2010 hanno permesso di individuare anche una rete di ricettatori e una sorta di ‘seconda linea’, formata da donne e ragazzi, nomadi Sinti pronta ad intervenire per garantire ai ladri l’impunità o per sviare gli accertamenti.
Sono stati emessi, dal tribunale del capoluogo veneto, 30 provvedimenti cautelari, di cui 13 riguardano la provincia di Brescia. Le indagini hanno portato gli investigatori a Soiano del Lago, Padenghe, Manerba, Desenzano e Calvagese. Nel Bresciano sono nove le persone finite in carcere, tre gli obblighi di dimora, un obbligo di firma. Otto i nuclei familiari di nomadi oinvolti nelle indagini.

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