Fassa Bortolo, ancora senza nome il killer

E' passato un mese dall'omicidio di Michele Peroni, l'operaio 27enne freddato con un colpo di pistola durante il turno di notte, ma il suo assassino non ha ancora un'identità.

(red.) E’ passato un mese dall’omicidio di Michele Peroni, l’operaio 27enne di Ghedi( Brescia) ucciso con un colpo di pistola alla nuca lo scorso 12 agosto.
E ancora nessun nome e nessun volto è stato dato al suo killer. Il giallo del delitto avvenuto all Fossa Bartolo di Montichairi è ancora fitto e per la famiglia del ragazzo, descritto da tutti come una persona tranquilla e senza nemici, resta un dolore che si prolunga in uno strazio senza fine.
Michele Peroni venne trovato, alle 4 del mattino, riverso a terra, la testa avvolta in un sacchetto di plastica, a pochi passi dalla bocca del forno 2, al terzo piano del cementificio monteclarense da un collega che, con lui, stava svolgendo il turno di notte.
Restano ancora senza risposta gli interrogativi su un omicidio inspiegabile: chi ha ucciso l’operaio e perché? Le uniche risposte, parziali, provengono, finora, solo dalle indagini scientifiche che hanno appurato che il 27enne è stato freddato con un colpo sparato a distanza ravvicinata da un revolver calibro 357 Magnum, lo stesso tipo di arma sequestrata al familiare di uno dei cinque colleghi sottoposti il giorno del delitto all’esame dello “Stub”, che accerta l’eventuale presenza di polvere da sparo sulle mani.
Ma poi, lo stesso esame che rileva l’eventuale presenza di polvere da sparo su mani e abiti, effettuato su almeno cinque dei colleghi di lavoro di Michele Peroni, ha dato esito negativo.
I Ris hanno anche sottoposto tutti e 22 i colleghi del giovane alla prova del Dna, prelevando saliva da confrontare con le tracce lasciate sul luogo dell’omicidio. Qualche goccia di sangue è stata campionata anche nei locali del cementificio ed è ora sottoposta ad accertamenti, ma, per il momento, vige ancora uno stretto riserbo sulle indagini.

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