Nave, Caritas: «I poveri sono triplicati»

L'ente caritatevole della Valle del Garza lancia l'allarme povertà. Cresce la richiesta di aiuto per pagare affitti e spese sul cibo.

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(red.) Altro che pani e pesci, ultimamente a moltiplicarsi sembrano essere solo le bocche da sfamare.
Quando si pensa alla Caritas ci si immaginano grandi mense per senzatetto o volontari che aiutano famiglie di immigrati in situazioni di grave indigenza. Eppure secondo la stessa associazione cattolica di volontariato e assistenza che opera a Nave il quadro attuale rappresenta ben altri protagonisti. A cibo e vestiti, nel corso degli anni, si sono infatti moltiplicate le richieste di coloro che, non riuscendo ad arrivare a fine mese, fanno appello all’organo pastorale locale per pagare bollette, affitti e sfuggire agli sfratti.
Solo fino al 2012 le famiglie del posto che si rivolgevano alla Caritas era circa una trentina. In due anni però si sono più che triplicate, indice allarmante di una situazione economica che definire stagnante è un’eufemismo. Un tragico incremento che nasconde una realtà di cui finora non si è ancora voluta ammettere fino in fondo l’esistenza e affrontarne le conseguenze. Così le vecchie strutture assistenziali e volontarie si devono accollare compiti sociali che diventano via via più onerosi, e per i quali non erano preparate. Un disagio che, oltre ad essere caratterizzato da esigenze sempre più pesanti, è aggravato dal recente taglio dei fondi europei in aiuto agli enti caritativi.
A fare luce su questa realtà è Leonardo Napoli, da qualche mese divenuto il nuovo responsabile della Caritas Valle del Garza in sostituzione al diacono Giovanni Andreoli, che per 11 anni ha coordinato il servizio a livello zonale. Napoli parla di una nuova forma di povertà, che coinvolge persone fino a qualche tempo fa benestanti, e che ora non sono preparate e non sanno più come affrontare la mancanza di denaro. Una situazione che la Caritas si sforza di tamponare, distribuendo tonnellate di cibarie. Ma spetta ad altri affrontare alla radice, perché non bastano delle scatolette di tonno e pelati per risolvere una situazione tanto drammatica. 

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