Casa, boom di domande per alloggi sociali

Nonostante le 200 abitazioni messe a disposizione quest’anno dal Comune, le richieste toccano la cifra record di 3.000, tra abitazioni a canone sociale e moderato.

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(red.) Ci eravamo abituati a credere ottimisticamente che le case popolari fossero un’esigenza di un passato lontano, ricordo polveroso da album fotografico degli anni ’60, quando era ancora l’Ina Case a occuparsi dell’edilizia residenziale pubblica nei quartieri dormitorio delle città italiane in pieno sviluppo economico e demografico. Dall’inizio del 2009, con l’inizio della crisi, le domande per un alloggio statale o comunale sono tornate a crescere invertendo una tendenza negativa decennale.
Nel comune di Brescia quest’anno le domande pendenti sfiorano le tremila, di cui 840 pervenute solo in occasione dell’ultimo bando Erp, aperto dall’Aler (acronimo per Azienda Lombarda dell’Edilizia Residenziale) il 1° agosto 2012 e chiuso il 31 gennaio appena trascorso. Le graduatorie aggiornate al 19 giugno parlano di 2.622 bresciani in attesa di un tetto a canone sociale a cui si aggiungono 228 che ne richiedono uno a canone moderato. Se non è un’emergenza siamo veramente poco lontani. Basti pensare che solo quattro anni fa le domande erano complessivamente 1.913, circa mille in meno. Del resto, per capire la portata della crisi, non c’è indicatore più efficace, considerato anche che la casa è il bene primario a cui gli italiani sono più gelosi. Vederlo incrementare di un terzo nella sola città è a dir poco allarmante.
La nuova Giunta di centrosinistra si trova dunque a doversi confrontare da subito con uno dei temi caldi della campagna elettorale. Pensare che gli alloggi messi a disposizione dalla Loggia per il 2013 erano aumentati: oltre ai circa 200 alloggi popolari del comune o dell’Aler che si liberano annualmente,  altrettanti sono stati costruiti o acquisiti negli ultimi mesi dagli enti pubblici, facendo arrivare l’offerta a quota 400. Nel novero rientrano le 72 dimore di legno erette dal Comune in zona S. Polino, i trenta appartamenti recuperati dall’ex residence Prealpino, e la cinquantina di appartamenti recuperati alle ex Case del Sole in via Milano. Eppure l’ottima offerta non basta a coprire nemmeno la metà delle richieste. Un problema che affonda le radici nella disoccupazione. Ne è al corrente l’assessore alla Casa Marco Fenaroli, a colloquio proprio in questi giorni con insieme all’assessore provinciale per delineare una linea strategica comune che risolva il problema a monte, offrendo più occupazione e maggiore reddito.

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