Poste italiane in crisi, fra tagli ed e-mail

A Brescia l'assemblea dei lavoratori Slp Cisl. Al Csp di via Dalmazia riduzione drastica della corrispondenza, pari al 26%. E le prospettive non sono incoraggianti.

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(red.) La grande rivoluzione della posta elettronica, della comunicazione commerciale on line, della messaggistica telefonica istantanea ha fortemente ridimensionato il contenuto tradizionale del servizio di Poste Italiane.
Gli effetti sono quelli che tutti i cittadini hanno quotidianamente sotto gli occhi: la chiusura dei piccoli uffici postali e la riduzione degli orari di apertura degli sportelli. Ma anche i piani di contenimento dell’occupazione. Gli ultimi che riguardano il territorio bresciano sono quelli riferiti al Centro di Meccanizzazione Postale con l’annuncio di 244 esuberi e quelli di soprannumero di portalettere che l’azienda ha quantificato in 100 unità. “Siamo in una situazione”, ha osservato Giovanni Punzi, Segretario generale del Sindacato dei lavoratori Poste della Cisl, “che rende complesso il nostro compito di tutela e rappresentanza, ma evidenzia anche il ruolo di proposizione di cui oggi il sindacato deve farsi carico. Ed è questo che vogliamo fare anche attraverso il nostro Congresso, per ribadire la necessità di ripensare e adeguare il servizio postale alle sfide del tempo in cui viviamo, senza stravolgerne però la natura, puntando piuttosto sulla sua unicità”.
Giovedì 14 febbraio, al Park Hotel Cà Nöa di Brescia, si è svolto il congresso Slp Cisl. “Per il Sindacato Lavoratori Poste”, ha spiegato Giovanni Punzi, “si è trattato dell’ultimo Congresso di categoria. La riorganizzazione della Cisl iniziata con l’accorpamento dei territori avrà un altro passaggio importante nel 2015 con gli accorpamenti di categoria. Per quanto ci riguarda saremo parte di una nuova Federazione in cui confluiranno poste, commercio, bancari e lavoratori con contratti non standard. Una riforma che ci consentirà di essere protagonisti dei servizi di nuova generazione per la società globale, rilanciando però la natura associativa della Cisl e la centralità dell’iscritto, la democrazia rappresentativa, la contrattazione, la concertazione e la partecipazione”.
Nel corso dell’assemblea sono stati presentati i dati del settore lavorativo postale. Oltre ai posti a rischio al Cmp bresciano, come sottolineato dal segretario Cisl, lo stesso centro meccanizzato ha visto una riduzione drastica della corrispondenza, pari al 26%, ovvero 800 mila buste all’anno.
Ma la prospettiva è che, da qui al 2015, questa cifra si
ridurrà notevolmente. Ad incidere sulla netta contrazione è sicuramente l’utilizzo della corrispondenza elettronica, che ha “tagliato” il numero delle lettere tradizionali.
I 244 dipendenti del Cmp e i 100 portalettere con ogni probabilità non verranno licenziati, ma, così ha garantito il sindacato, trasferiti altrove. A ciò si aggiunge il problema delle zone coperte solo parzialmente dal servizio recapito corrispondenza e la concorrenza dei vettori provati nella consegna di lettere e pacchi.
Rigettata poi con forza dalla Cisl la proposta dell’azienda che prevede di portare la distribuzione della posta per due soli giorni la settimana nei comuni più piccoli, con il conseguente con il taglio di 100 zone di recapito.
Calati del 23.97% i cosiddetti servizi integrati, del 4.5 i digitali e multicanale, del 9.97 la posta non indirizzata, del 18 i servizi all’editoria, del 47.1 i pacchi.
Poste Italiane, inoltre, è stato sottolineato nel corso del convegno sindacale, non dispone di un corriere espresso, per cui il suggerimento uscito dall’assemblea è quello di provvedere ad un’integrazione del recapito con trasporti e logistica per riprendere le quote di mercato.

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