Lavoro: “5mila posti a rischio nel Bresciano”

L'allarme è lanciato dalla Camera del Lavoro che ha annunciato un "attivo", da giovedì 31 gennaio, ai cancelli della Mac, dove prosegue la vertenza con l'azienda.

(red.) “Cinquemila posti di lavoro a rischio al termine della Cassa in deroga a giugno; esuberi nelle aziende e nei servizi, dipendenti del Pubblico che possono restare senza prospettive e ammortizzatori sociali, vertenze ‘roventi’ che interessano almeno 1.500 addetti”.
Questi alcuni dei numeri, evidenziati dalla Camera del lavoro, che ‘accendono’ il 2013 sul fronte occupazionale in provincia di Brescia, dopo un 2012 già drammatico: a fronte di 105 mila iscritti ai Centri per l´impiego a fine anno, ben 51 mila sono relativi solo all´anno da poco concluso. “Tanti nodi verranno al pettine, ci attendiamo il peggio”, ha spiegato il segretario generale della Cgil territoriale, Damiano Galletti, annunciando l´ “Attivo per il lavoro”, in programma giovedì 31 gennaio alle 9,30 davanti all´Iveco in via Volturno (attese le forze politiche e sociali), dove continua il presidio degli 84 dipendenti (in mobilità) della Mac.
La “solidarietà”, nello stesso sito, interessa gli oltre 2.400 occupati dell´Iveco. Sono alcuni dei casi, legati alla difficile congiuntura, rimarcati da Galletti, affiancato da Silvia Spera (della segreteria; è delegata alla contrattazione) e dai rappresentanti di alcune categorie, Ugo Cherubini (leader Filctem), Luigi Vassallo (Filcams), Patrizia Moneghini (Funzione Pubblica), Alberto Sinico (Slc), Antonio Ghirardi (Fiom).
Le preoccupazioni emergono non solo dal manifatturiero. Sinico parla di 350 lavoratori in pericolo alle Poste bresciane: 244 al Centro meccanizzato, oltre a un centinaio di portalettere. Moneghini si concentra sulle vicenda che interessano le municipalizzate di Manerbio (con 23 addetti senza ammortizzatori), i 35 precari degli uffici per l´immigrazione in Questura, oppure i due dipendenti del Comune di Bedizzole a rischio.
Evidenzia il taglio del 30% di tutti gli appalti del Comune di Brescia, con inevitabili ricadute sulle cooperative e oltre 50 addetti in Cassa in deroga. Anche gli operatori dei musei sono in bilico, come spiega Vassallo, senza dimenticare le incertezze che ‘pesano’ sul personale di alcune cliniche.
Nelle fabbriche, considerati solo alcuni casi, sono più di un migliaio i lavoratori colpiti dagli effetti della crisi, alle prese con mobilità e Cassa. Senza dimenticare la miriade di piccole realtà che non fa notizia. “L´elenco è lungo”, hanno sottolineato Silvia Spera e Damiano Galletti, “sempre più urgono un piano straordinario per l´occupazione, una politica economica per un nuovo sviluppo. Finora a Brescia si è puntato sulla centralità dell´impresa, diversa è la centralità del lavoro”. In questa situazione, inoltre, ci sono “timori in merito al rispetto degli accordi: Mac e Iveco stanno facendo scuola”, hanno avvertito Cherubini e Ghirardi.

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