Brescia, 60 posti di lavoro persi ogni giorno

Discoccupazione a livelli record e la nostra provincia non si discosta dal trend. Sono oltre 11mila le nuove iscrizioni nei primi 6 mesi del 2012 ai Centri per l'impiego.

(red.) La crisi picchia duro e non sembra rallentare la morsa. A dimostrarlo, conti alla mano e nero su bianco, i 60 posti di lavoro persi ogni giorno nel Bresciano.
Secondo quanto registrato negli Uffici per l’impiego della Provincia di Brescia, sono oltre 11mila le nuove iscrizioni nei primi sei mesi del 2012. La cifra comprende sia i disoccupati, sia gli inoccupati (chi è alla ricerca del primo impiego).
A livello nazionale il tasso di disoccupazione, a giugno, è salito al 10,8%, il livello più alto dall’inizio della serie mensile, ovvero dal gennaio del 2004, ma, se si guarda alle sequenze trimestrali, bisogna tornare ancora più indietro a circa tredici anni fa.
Ecco allora che il numero delle persone in cerca di un posto si trasforma in un esercito di quasi 2,8 milioni di persone, un record storico assoluto, una cifra mai vista almeno da quando sono cominciate le rilevazioni statistiche, cioè dal lontano 1992.
I dati dell’Istat, seppure ancora provvisori, parlano di una crescita incessante della disoccupazione che va avanti da oltre un anno e ormai da marzo viaggia sopra la soglia del 10%. Giugno è stato particolarmente ‘nero’, basti pensare che in un solo mese il numero di persone senza occupazione aumenta di circa 70 mila unità che diventano oltre 760 mila in un anno. Un vero e proprio boom (+37,5%) che risente di un forte incremento dell’offerta, non assorbita però dalla domanda. In altre parole la crisi porta tanta gente, che prima poteva permettersi di non lavorare, a mettersi in cerca di un impiego. Uno sforzo che, però, nella gran parte dei casi risulta vano, visto che non ci sono posti a disposizione. Così chi arriva ora sul mercato spesso resta per strada. Una conferma del fenomeno arriva dai numeri dell’Istituto di statistica: la drastica diminuzione degli inattivi, coloro che nè sono a caccia di un impiego nè lo possiedono, in calo di 752 unità su base annua, pareggia quasi il rialzo dei disoccupati. Ad accettare l’ardua sfida di trovare un lavoro sono soprattutto le donne, magari prima casalinghe (-458 mila inattive) anche se non mancano gli uomini.
Sembrerebbe, invece, andare un po’ meglio per i giovani, probabilmente con l’estate i ragazzi riescono a strappare più facilmente contratti stagionali, tuttavia il terreno da recuperare è ancora molto vasto. Il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni resta alto, al 34,3%, in diminuzione su maggio ma in forte aumento su base annua. Basti pensare che sono 608 mila i ragazzi in cerca di un posto. Sul fronte occupazione continua ad esserci poco movimento, rispetto a maggio l’Istat registra un peggioramento, con 29 mila posti persi nel giro di un mese, mentre su base annua rileva una leggera crescita. Un quadro stazionario che tiene anche perché la stretta sulle pensioni allunga la permanenza al lavoro, principalmente per le donne (+151 mila occupate su giugno 2011). Intanto anche l’Europa subisce il rialzo dei senza posto: nei Paesi dell’area euro il tasso di disoccupazione a giugno tocca l’11,2%, il livello più alto dal 1999, ovvero dalla creazione dell’Eurozona.
Tornando all’Italia, i sindacati commentano con preoccupazione e allarme i nuovi dati. Per la Cgil le riforme non hanno fatto altro che ”determinare un corto circuito nelle dinamiche del mercato del lavoro”. Secondo la Cisl “ci avviciniamo pericolosamente alla soglia di tre milioni di disoccupati”. Sulla stessa linea la Uil che parla di ”un’emergenza” e l’Ugl.
Nel Bresciano, quindi, il trend negativo viene confermato e porta, al 30 giugno, a quota 96.975 il numero degli iscritti ai Centri per l’impiego. Tra questi, però, risultano anche quelle persone che, non sono in cerca di un impiego e, tuttavia non hanno provveduto a cancellare la propria posizione dalle liste. Una stima che potrebbe ridurre il numero di partenza del 40-45%. Ma la situazione resta preoccupante, come già rilevato nei mesi scorsi sia dalla Cgil di Brescia sia dalla Cisl. Quest’ultima ha analizzato i dati sulla mobilità che descrivono un quadro poco rassicurante: nel primo semestre dell’anno i lavoratori bresciani entrati nelle liste di mobilità sono stati oltre 6mila, mentre nel 2011, complessivamente, furono 7.452, per un incremento del 36,7%. Le persone che hanno trovato lavoro sono state 65.168, mentre 63.172 quelli che l’hanno perso.

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