L’inflazione rialza la testa a febbraio

A Brescia segna un +0,4% rispetto al mese di gennaio 2012 e +3,5% su base annua. Si tratta del trend più elevato da ottobre 2008. Boom dei prezzi dei carburanti.

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(red.) Inflazione ancora in aumento a Brescia nel mese di febbraio: +0,4% rispetto al mese di gennaio 2012 e +3,5% su base annua. Prosegue, come già evidenziato il mese scorso, l’andamento registrato a fine dell’anno 2011 con un trend decisamente inflativo (il più elevato da ottobre 2008).
Lo rivela l’Ufficio Statistica del comune che anticipa la previsione (provvisoria) dei prezzi al consumo nel mese appena concluso.
I capitoli maggiormente interessati sono: trasporti ( con incrementi che riguardano i prezzi dei carburanti-in crescita anche il Gpl, ma anche le tariffe aeree, ferroviarie nazionali ed extraurbane su bus), abitazione, acqua, energia elettrica e combustibilii (aumentano le tariffe di acqua, smaltimento rifiuti, gasolio da riscaldamento e canoni di affitto privati), ricreazione, spettacoli e cultura (fiori, giochi elettronici, impianti risalita e tutto il comparto vacanze in aumento), prodotti alimentari e bevande analcoliche (in crescita il comparto ortofrutta), bevande alcoliche e tabacchi, servizi sanitari e spese per la salute e il capitolo servizi ricettivi e di ristorazione. Andamento congiunturale negativo solo per il capitolo comunicazioni (in calo gli apparecchi di telefonia fissa, telefoni cellulari e smartphone). Invariati gli altri capitoli.
Un andamento che è in linea con quello riportato dai dati Istat a livello nazionale: L’inflazione rialza la testa salendo al 3,3% dal 3,2% di gennaio.
Soprattutto a rincarare è il cosiddetto carrello della spesa, ovvero l’insieme dei prodotti acquistati con maggiore frequenza che sale del 4,5%, un valore che, oltre ad essere molto superiore al livello generale dei prezzi, risulta anche il più alto dall’ottobre del 2008. D’altra parte gli aumenti più forti toccano proprio i prodotti che rientrano nella lista della spesa quotidiana.
L’Istat, diffondendo la stime preliminari sul tasso d’inflazione, infatti, rileva un boom per le quotazioni della benzina e del diesel, che proseguono la loro corsa con rialzi a doppia cifra, e per gli alimentari, in particolare per gli ortaggi freschi (+8,6% nell’arco di un solo mese). Un’impennata su cui, spiegano i tecnici dell’Istituto di statistica, pesano le tensioni sui mercati all’origine e all’ingrosso dovute allo sciopero degli autotrasportatori di fine gennaio, e agli eventi climatici sfavorevoli, ovvero la gelata di inizio febbraio.
Rispetto a gennaio, in termini congiunturali, i prezzi sono così saliti dello 0,4% nel complesso e dello 0,7% per il solo carrello della spesa. Su base mensile ad alzare l’asticella dell’inflazione sono i capitoli trasporti e prodotti alimentari, mentre su base tendenziale i maggiori tassi di crescita toccano, oltre al settore dei trasporti, gli esborsi legati all’abitazione. Nel dettaglio colpiscono i rincari registrati per benzina (+18,7%), diesel (+25,4%), gas (+15,6%), gasolio da riscaldamento (+14,4%), caffè (+14,7%) e biglietti aerei (+11,3%).
Intanto l’inflazione sale anche nel Vecchio continente, secondo la stima di Eurostat nell’area della moneta unica il tasso medio si porta al 2,7% dal 2,6%. Un livello che l’Italia supera decisamente, infatti, nella Penisola l’indice armonizzato per i prezzi al consumo per i paesi dell’Unione europea (Ipca) si mantiene alto, pari al 3,4%.
Per Confcommercio ”l’andamento al rialzo dei prezzi al consumo, peraltro comune a tutti i Paesi dell’area euro, sta riflettendo il progressivo graduale ribaltamento degli impulsi a monte sui prezzi finali”. Analizzando le motivazioni del nuovo rialzo, Confesercenti sottolinea che ”il ritorno all’aumento dell’inflazione a febbraio è causato da un inizio anno difficile, segnato, oltre che dal gelo e dallo sciopero dei trasporti su gomma, anche dalle manovre dell’esecutivo che hanno appesantito le accise sui carburanti”. Coldiretti punta il dito oltre che sul ”maltempo” anche su ”fenomeni speculativi”, che hanno fatto schizzare i prezzi delle verdure. E Confagricoltura puntualizza: ”I rincari dei prodotti alimentari al consumo sono frutto di fattori esterni alle aziende agricole, non certo dell’aumento dei prezzi all’origine”. Per la Cia ”l’incremento dei costi per il carrello alimentare e dei carburanti e’ un mix devastante per i bilanci delle famiglie”.

 

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