Inflazione e sofferenze bancarie
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(red.) Come recita il detto, “le cattive notizie non vanno mai in vacanza”. E’ quello che si può dire soprattutto per le news economiche che riguardano direttamente Brescia, che, in agosto, ha sentito particolarmente i morsi della crisi congiunturale. Almeno stando ai dati Bankitalia aggiornati al 30 giugno scorso, che, confrontati con quelli relativi allo stesso periodo degli anni precedenti fino al 2008, segnalano un curva discendente per i risparmi dei bresciani.
Le somme non “onorate”, in provincia, hanno superato 2,833 miliardi di euro, con un incremento del 46,04% rispetto a dodici mesi prima, dato maggiore, anche se di poco, sia rispetto a quello della Lombardia (+40,06% a 19,445 miliardi) che a quello nazionale (+42,43% oltre i 97,668 miliardi di euro).
In tre anni in Italia le sofferenze sono salite del 116,21%, a livello regionale del 160,85%, mentre in provincia di Brescia l’aumento è stato del 200,78%.
Non solo, le attività finanziarie delle famiglie che vivono in provincia sono diminuite del 3,5% rispetto all’inizio della crisi.
E, ad acuire le difficoltà anche l’ulteriore impennata dell’inflazione nel mese di agosto che, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente registra, per Brescia, un +3,1%, mentre il tasso congiunturale sul mese scorso è pari a +0,6%.
I prezzi hanno recuperato il terreno perso durante la crisi, mentre tante altre leve economiche restano lontane dal periodo pre-crac Lehman Brothers. A fare da traino sono ancora i carburanti, con impennate per benzina e gasolio. La fiammata dell’energia pesa sopratutto sui trasporti, con i prezzi dei biglietti aerei e per traghetti che segnano rialzi a doppia cifra nel giro di un solo mese.
Le stime provvisorie dell’Istat riaccendono l’attenzione sull’inflazione, almeno in Italia. In Europa, infatti, il termometro dei prezzi ad agosto è rimasto fermo, con il tasso al 2,5% nei Paesi della moneta unica, lo stesso già registrato a luglio.
I principali responsabili del riscaldamento dei prezzi sono, quindi, la verde, che aumenta del 16%, e il diesel che sale del 20,3%.
Si tratta di rialzi annui fortissimi che si ripercuotono sul settore dei trasporti (+7,0%). Nel comparto, i rincari più alti colpiscono i traghetti (+28,9% in un mese e +61,4% in un anno) e i voli (+17,3% congiunturale, +5,1% tendenziale). Ma i prezzi sono in rialzo quasi per tutti i principali capitoli, di spesa. Forti aumenti si registrano per i pacchetti vacanza (+12,2% in un mese) e i campeggi. Al di fuori della stagionalità spicca il rincaro per la tazzina di espresso, visto che il caffè è aumentato del 13,5% e lo zucchero del 13,1%. E continuano ad aumentare anche le sigarette (+4,6%).
Una novità è rappresentata dal rincaro congiunturale della telefonia fissa (+6,0%), mentre quella mobile fa fatica a recuperare (-21,4% in un anno). In un contesto di rialzi generalizzati non manca qualche calo, la verdura fresca ad esempio scende dell’8,3%, piu’ economica anche la frutta.
Le stime dell’Istat preoccupano i consumatori. Secondo il Codacons ”le vacanze 2011, sotto il profilo degli incrementi di prezzi e tariffe, sono state per gli italiani le più care degli ultimi 10 anni”, l’associazione calcola una stangata di 360 euro a famiglia rispetto lo scorso anno. Federconsumatori e Adusbef invitano a fare chiarezza sui rincari: ”E’ chiaro ed evidente”, sottolineano, “che qualcosa non va per il verso giusto, visto che un andamento simile è imputabile solo a delle volontà speculative, soprattutto in campo energetico”.
Le organizzazione degli agricoltori lamentano l’inutilità dei loro sforzi, con i cali sui prodotti freschi vanificati dall’accelerazione dei carburanti. ”L’agricoltura contribuisce per quanto possibile a contenere la corsa dell’inflazione, facendo da contrappeso all’ennesimo aumento delle quotazioni di energetici e combustibili”, afferma la Cia. Sulla stessa linea la Confagricoltura e la Coldiretti. La Confcommercio, invece, punta il dito contro le assicurazioni (+5,6%), da cui proviene quella che ormai definisce ”un usuale spinta inflazionistica”.
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