Cazzago, assalto al caveau: “No aggravante mafiosa”

Cazzago San Martino. Restano in carcere i 29 indagati per il tentato blitz al caveau della Mondialpol a Cazzago San Martino (Brescia), avvenuto l’11 marzo scorso e che, nelle intenzioni del gruppo criminale, avrebbe potuto fruttare 83 milioni di euro.
Ma, nel ricorso al tribunale del Riesame per la richiesta di scarcerazione, i giudici, pur confermando la detenzione in carcere per gli indagati, hanno fatto cadere l’aggravante mafiosa che era parte della contestazione iniziale e della richiesta della misura cautelativa.
Nel dispositivo si legge che «Nella vicenda non solo non emerge un collegamento degli indagati con una famiglia di riferimento, ma soprattutto difetta la dimostrazione dell’elemento essenziale della forza intimidatoria evocativa del preteso vincolo associativo». Viene anche evidenziato che «Per poter affermare la ricorrenza del metodo mafioso non basta il mero collegamento dei soggetti indagati con contesti di criminalità organizzata».
I banditi avevano programmato il blitz in sette minuti, tanto sarebbe dovuto durare l’assalto: la ruspa avrebbe dovuto abbattere, in pochissimo tempo, il cemento armato, permettendo ai criminali di entrare e svuotare rapidamente le casse con il denaro ed i valori, che sarebbero poi state caricate su un tir.
Nel frattempo, il resto della banda si sarebbe occupato di coprire le vie di fuga, bruciando le auto rubate (26) che sarebbero state date alle fiamme come diversivo.

 

 

 

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