Brescia “capitale” delle frodi: giro da 1 mld di euro l’anno

E' quanto emerso nel convegno "Le infiltrazioni mafiose nelle imprese" che si è tenuto a Rezzato. Le mafie, oramai mimetizzate nel tessuto sociale, fagocitano il mondo imprenditoriale.

(red.) Il giro d’affari di fatture false vale, nel bresciano, un miliardo di euro. E questo solamente per i primi 10 mesi del 2021. Lo evidenzia la relazione di Francesco Prete, procuratore capo del Tribunale di Brescia, intervenuto al convegno “Le infiltrazioni mafiose nelle imprese. Esperienze a confronto e procedure operative di contrasto”, organizzato da Apindustria Confapi Brescia a Villa Fenaroli a Rezzato, in cui si è discusso delle infiltrazioni criminali nel tessuto imprenditoriale locale.

Il quadro d’azione con cui la criminalità organizzata tesse la sua rete nel bresciano prevede tre figure chiave:  l’imprenditore che evade le tasse, il consulente e le organizzazioni criminali. E se narcotraffico e reati finanziari spiccano nella classifica dei reati commessi nel bresciano, in Lombardia, su un totale a livello nazionale, di  105.789 segnalazioni per operazioni sospette, ben  20.937 riguardano la nostra regione.

La mafia, pur rimanendo fedele a se stessa, si è vestita di nuovi abiti: non più il pastore o contadino con la lupara sotto braccio, ma gli affiliati sono persone istruite, che hanno frequentato le università migliori, spesso con competenze in ambito finanziario e della giurisprudenza, capaci di muoversi con agilità e “sotto copertura”.
La malavita investe e ricicla il denaro sporco e lo fa arrivando anche ad intercettare i soldi pubblici. Per questo un faro è stato acceso dal Governo sui fondi del Pnrr.

La situazione sul territorio bresciano indica che sul Garda la mafia (meglio sarebbe dire “le mafie”, che agiscono con modalità e strutture diversificate) si è accaparrata parte della ristorazione e degli investimenti immobiliari sul lago.
In generale, però, è emerso che, nel bresciano, le mafie si sono specializzate nella cessione di crediti di imposta e nella manodopera, sottopagata e in nero. C’è poi il capitolo usura, una piaga non solo economica ma anche sociale, come dimostra l’ultima operazione effettuata in provincia di Brescia e denominata “Atto finale” che ha portato alla luce i casi di diversi imprenditori in difficoltà, finiti nella rete degli strozzini, costretti a pagare interessi spropositati per i prestiti ricevuti e, addirittura, costretti a cedere le proprie aziende.

 

 

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