Lotto e ‘ndrangheta, ecco l’operazione “Scarface”: 14 arrestati

L'inchiesta aperta dalla procura di Brescia tre anni fa ha visto al centro un imprenditore residente in provincia.

(red.) Otto province coinvolte in un’inchiesta aperta nell’estate di tre anni fa, nel 2017, da Brescia e che stamattina all’alba, lunedì 2 novembre, ha portato a una serie di arresti in tutta Italia. Le manette sono scattate nei confronti di quattordici persone – 8 in carcere e 6 ai domiciliari – mentre sono 28 in tutto le persone indagate. I fermi, con la collaborazione dei carabinieri delle stazioni locali, hanno raggiunto anche le province di Bergamo, Cremona, Asti, Imperia, Savona, Sassari e Torino.

L’operazione “Scarface”, come è stata chiamata e presentata stamattina dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani a capo dell’inchiesta, contesta l’associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti e anche con l’aggravante, per qualcuno degli arrestati, di agevolare l’attività delle associazioni mafiose. A capo di tutto, secondo l’accusa, c’era un imprenditore residente nel bresciano, pregiudicato, che sfruttava le proprie imprese televisive attive a livello locale e nazionale nella diffusione di trasmissioni per le previsioni sull’estrazione dei numeri del Lotto.

Lo stesso imprenditore sarebbe stato in grado di muovere grandi risorse economiche, anche derivanti da attività illecite, per poi riciclarle con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e infine nel contesto legale. Il sistema, grazie all’evasione fiscale, consentiva, secondo l’accusa, di favorire anche membri della ‘ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco alla quale l’imprenditore sarebbe contiguo.

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