Traffico di rottami, dieci arresti

Operazione "Dirty metal" della Gdf. False fatturazioni per 173 milioni di euro.


(red.) Il solito giro lucroso di false fatturazioni nel settore del commercio dei metalli di scarto, con tanto di prestanome stipendiati ed aziende create ad arte che ‘drogavano’ il mercato su cui operavano. E’ quanto è stato scoperto dalla Guardia di Finanza bresciana, nell’operazione non a caso denominata “dirty metal”.
Dieci arresti e 19 denuncie, 12 le società coinvolte nel malaffare, una truffa allo Stato per 173 milioni di euro. Le indagini che hanno portato al blitz sono iniziate più di un anno fa. Le Fiamme Gialle hanno così smascherato una vera e propria organizzazione che basava la propria attività sul commercio di rottami venduti e acquistati sottobanco a prezzi più bassi del mercato, ma con l'emissione di fatture gonfiate.
Le società fantasma che emettevano le false certificazioni (che in gergo si chiamano cartiere) erano intestate ad una lunga lista di serie di prestanome: persone che dietro compenso mensile (mille o 2 mila euro, oppure 400 euro per ogni fattura emessa) firmavano le fatture da emettere. Un affare enorme, che, oltre a defraudare le casse dello Stato non pagando le imposte dovute, forzavano il mercato sbaragliando la concorrenza con prezzi iniqui rispetto a chi agisce nella legalità.

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