San Filippo: serve un colpo d’ala per lo sport bresciano

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Non crediamo che qualche lettore si sia preso il ghiribizzo di andare a spulciare i bilanci del Centro San Filippo, che oggi gestisce gran parte delle strutture sportive del Comune di Brescia, il quale lo controlla al 100%, ripianandone i buchi e garantendone i debiti. Non crediamo – dicevamo – che a molti sia venuto in mente di farlo, ma ve lo consigliamo: si tratta di un esercizio interessante.

Sport e cultura, sostengono in molti, non possono rendere soldi alle casse comunali. Sarà anche vero, rispondiamo noi, ma dipende da che cosa forniscono in cambio: se portano visitatori, danno lustro a Brescia, fanno divertire e crescere i cittadini, va bene. Se stanno lì, immobili e quasi inutili presentando solo il conto alla fine dell’anno, va meno bene. Ecco, potremmo sbagliarci, ma secondo noi il Centro San Filippo questo ha fatto per lunghissimo tempo. Ed è costato un sacco di soldi.

La società San Filippo era partita con programmi ambiziosi: aveva costruito in via Bazoli uno splendido palazzetto, la piscina e un centro sportivo all’avanguardia, ma non aveva mai retto l’impatto con i conti ed era diventata un calderone pieno di buchi e di debiti. Malconsigliato, il Comune l’ha comprata dai privati pagandola carissima e salvandola in pratica dal crac. Stendiamo un velo pietoso sull’opportunità, sui costi nascosti e sulle responsabilità di questa operazione, che più tardi ha riservato alcune spiacevoli sorprese, facendo lievitare ancora la spesa.

E’ inutile scendere oggi nei dettagli, ma a un certo punto la carriera di un importante ed efficiente assessore, che aveva caldeggiato l’acquisto senza effettuare i necessari controlli, ha rischiato di concludersi prematuramente sull’onda delle polemiche all’interno della maggioranza. A nostro parere la verità è che qualcuno ha guidato l’operazione dietro le quinte, tirando volutamente un bel pacco al Comune, a tutti i bresciani e anche al povero assessore, per salvare i vecchi azionisti privati e chi li aveva sostenuti finanziariamente.

Va beh, diciamo che errare è umano e mettiamo una pietra sopra questi brutti ricordi. Dev’essere però una pietra bella grande se è vero che il famoso pacco è costato in tutto al Comune qualcosa di più di 10 milioni di euro attuali. Allora non c’era l’euro e cifre ufficiali ovviamente non ne esistono, ma questa è la voce che gira nei cosiddetti ambienti bene informati. Prendiamola pure con le pinze, ma ricordiamo che con quei soldi si sarebbero potuti costruire un paio di palazzetti dello sport e anche qualcos’altro.

Ma da allora c’è stata la svolta? Neanche per sogno. Torniamo al noioso ma utile esercizio di spulciare i bilanci. Nel 2000 i conti erano devastanti: c’era un bel rosso di 250 milioni di vecchie lire e una perdita pregressa di 473 milioni. Il fatturato era di 2 miliardi, ma c’erano 4,7 miliardi di debiti a fronte di solo 398 milioni di crediti. Un disastro.
L’anno dopo arriva l’euro e i debiti salgono a 2,6 milioni (con 231 mila di crediti) su un giro d’affari di 996 mila con 134 mila di perdita. Ve la facciamo breve: tra il 2002 e il 2004 il fatturato è cresciuto di pochissimo, i debiti sono leggermente aumentati portandosi intorno ai 3 milioni di euro e le perdite sono state di 114 mila euro (2002), 107 mila nel 2003 e 135 mila nel 2004.

E’ nel bilancio 2005 che si vedono i primi frutti del generoso versamento di 3 milioni di euro in conto capitale effettuato dal Comune: per la prima volta i debiti (calati a 419 mila euro) sono inferiori ai crediti (balzati a 444 mila). Il fatturato si è portato a 1,48 milioni e il saldo della gestione operativa è in rosso di soli 7 mila euro, che però diventano 86 mila con le tasse e gli oneri finanziari. Va già meglio, ma ancora non basta.

Quello del San Filippo è ancora un pacco sulle spalle di tutta la cittadinanza. Dire che ci è costato finora quasi 15 milioni di euro è probabilmente abbastanza vicino al vero. Nel 2005 il Comune gli ha dato per vent’anni la gestione di quasi tutte le strutture sportive della città: si tratta di 20 impianti tra campi da calcio (escluso per fortuna il fatiscente Rigamonti), palestre, bocciodromi, centri polivalenti, campi da rugby, da tennis, centri ippici e piscine. A sua volta la società San Filippo li ha subaffidati in gestione ai gruppi sportivi, ma ne sorveglierà il funzionamento: quest’attività sarà giustamente in perdita poiché serve a promuovere lo sport di base. E attribuirla a San Filippo ha un senso.

Ricapitalizzata, ristrutturata e finalmente con uno scopo nella vita, alla San Filippo, intesa come società emanazione del Comune, mancano ancora due cose. La prima è presentare bilanci in utile (e aspettiamo con ansia i conti del 2006), la seconda è un vero colpo d’ala, un progetto strategico, qualcosa che la possa riconciliare con una città alla quale ha chiesto tanto dando finora veramente poco.
Essendo il calcio quello che è, il rugby e la pallavolo già presenti in provincia a livelli altissimi, buttiamo lì un’ipotesi della quale negli ultimi mesi s’è fatto un gran parlare: il trasferimento a Brescia da Lumezzane o Iseo di una importante squadra di basket di serie B, con un progetto che punti ad arrivare fino a un campionato professionistico per rinverdire la gloria della grande Pinti Inox che nei tempi eroici riempiva lo scalcinato Eib.

Quell’esperienza, dopo molti anni gloriosi, fallì per diversi motivi: la mancanza di un vero palazzetto dello sport, le problematiche della famiglia Pinti, il declino di un certo tipo di modello-Brescia, le difficoltà di gestione degli ultimi anni.
Oggi le cose sono diverse e forse è tempo di fare qualcosa d’importante anche nel secondo sport italiano per tesserati e numero di spettatori. Serve la capacità di raccogliere sponsor, che qui non mancano, e la volontà di fare un paziente lavoro di mediazione con società che hanno dato tanto al basket dilettantistico partendo da realtà di paese. Ma che, pur orgogliose del lavoro svolto, forse si rendono conto di non poter andare più avanti solo con le proprie forze.
Certo non sarà facile, ma chissà, magari il nuovo San Filippo ci farà una sorpresa
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(pubblicato il 12 gennaio 2007)

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