Veleni anche a Caffaro, LivaNova condannata

La Corte d'Appello di Milano ha ribaltato l'esito di primo grado. La multinazionale (anche se non responsabile) deve risarcire lo Stato per l'inquinamento.

(red.) E’ una sentenza che farà giurisprudenza quella pronunciata nel marzo del 2018 dalla Corte d’Appello di Milano e di cui dà notizia il dorso bresciano del Corriere della Sera. In pratica, ribaltando l’esito di primo grado quando il tribunale di Brescia aveva addirittura archiviato il caso la multinazionale americana LivaNova è stata condannata a risarcire lo Stato. Si tratta dell’impresa attiva nel settore medicale in cui è entrata a far parte la Sorin dopo la scissione tra Snia e Caffaro. E nella sentenza si fa riferimento ai disastri ambientali portati avanti per diversi anni proprio alla Caffaro a Brescia, ma anche a Colleferro nel Lazio e a Torviscosa, in Friuli. La LivaNova, nonostante non fosse proprietaria dei tre siti e nemmeno responsabile dell’inquinamento, è stata condannata a risarcire i danni.

Sono passati dieci anni dal fallimento della Snia-Caffaro e ora i ministeri dell’Ambiente e dell’Economia, oltre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che si erano visti rigettare la richiesta, potrebbero incassare il risarcimento. Ma il condizionale è d’obbligo visto che si attende anche il pronunciamento della Cassazione. Secondo la sentenza d’appello, Sorin avrebbe avuto delle responsabilità nell’inquinamento dei tre siti e Snia, nell’ambito della società con Caffaro, sapeva anche lei di essere responsabile e aveva messo a bilancio 60 milioni di euro per i tre siti. Ma quelle risorse non sono mai state utilizzate. E oggi, nonostante il tempo passato, per il disastro ambientale non c’è prescrizione.

Tra l’altro, dopo l’archiviazione del caso da parte di Brescia nel 2016, a Milano vennero assolti i sei imputati collegati al fallimento della Snia e per bancarotta fraudolenta e distrazione nell’uscita di scena della Sorin. Il Governo si era rivolto anche al Tar e al Consiglio di Stato per chiedere i risarcimenti, ma tutti respinti. E ora, grazie anche al materiale prodotto dal Comune di Brescia, si è arrivati al pronunciamento che vede LivaNova condannata in quanto, anche se non responsabile dell’inquinamento, ha assorbito la Sorin che invece lo sarebbe. Ora si attende la somma che lo Stato potrebbe vedersi riconosciuta, pari a oltre un miliardo di euro e di cui 95 milioni per Brescia.

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