Bufera Concesio, due indagini diverse accusati

Il responsabile tecnico ai domiciliari per i presunti appalti pilotati. Parroco, sindaco e giunta per un rifiuti connessi all'attività volontaria di chiesa.

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(red.) Sono due vicende giudiziarie diverse, ma che hanno mandato nella bufera il Comune di Concesio, nel bresciano. La prima, la più grave, riguarda il responsabile tecnico Riccardo Gardoni che si trova agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine aperta dal magistrato Ambrogio Cassiani per corruzione, rifiuto o omissione di atti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso nella gestione degli appalti pubblici. Nei prossimi giorni, probabilmente lunedì 15 aprile, sarà sottoposto all’interrogatorio di convalida e in cui l’accusato potrà fornire la propria versione dei fatti, ma anche avvalersi della facoltà di non rispondere. Nel frattempo ieri, giovedì 11, Gardoni ha incontrato il suo legale che ora studierà il materiale per organizzare la difesa. Delle pagine di accuse fanno parte intercettazioni e acquisizioni di documenti da parte della procura e della Polizia giudiziaria.

Di certo, secondo il giudice Tiziana Gueli che ha firmato l’ordinanza di arresto, c’è un pericolo di reiterazione e per questo motivo l’uomo resta agli arresti. Altra questione, invece, è quella che riguarda il parroco don Fabio Peli insieme al sindaco Stefano Retali, la vice Domenica Troncatti e il resto della giunta. I diretti interessati ieri, giovedì, hanno cercato di difendersi dalle accuse parlando di una vicenda banale e che coinvolge la raccolta, lo stoccaggio, il trasporto e la lavorazione e commercio di rifiuti pericolosi e non solo. Il prete parla di una convenzione attiva dal 2007 con il Comune che ha affidato alla parrocchia uno spazio dove inserire attrezzature e rifiuti da destinare all’isola ecologica comunale e conferiti dai volontari.

Sull’area, d’intesa con Aprica, ci sono due container di carta e vetro per il deposito temporaneo. E fa anche sapere che i 4 mila euro di contributi contestati dalla magistratura sarebbero stati destinati all’attività della parrocchia e non ai volontari. Sempre ieri anche la vicesindaco Domenica Troncatti e il primo cittadino uscente Stefano Retali hanno confermato di aver ricevuto l’avviso di garanzia per lo stesso motivo per cui è indagato anche il prete. In ogni caso, sul fronte di Gardoni dicono di confidare nella magistratura, mentre il sindaco dice di non aver mai dubitato del dirigente in tanti anni di servizio. La campagna elettorale che coinvolge anche la Troncatti proseguirà senza problemi, come fanno sapere i diretti interessati.

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