I segnali per capire se una storia è credibile

Sebbene si possano cogliere una serie di indizi, sia sul piano verbale sia su quello non verbale, la certezza di menzogna in atto è molto difficile.

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di Sergio Omassi
Sono convinto che avrei molti più lettori per questo articolo se l’avessi intitolato “Quali sono i segnali per capire chi ti sta mentendo?” Non è un caso, infatti, che molti formatori che insegnano il linguaggio del corpo usino formule di questo tipo per reclutare iscritti, sostenendo di saper riconoscere al 100% un bugiardo e di sapere insegnare come scoprirlo.

Personalmente ho sempre cercato di tenermi lontano da simili affermazioni, poichè scoprire chi sta mentendo non è una cosa che ha a che fare con la scienza: sebbene si possano cogliere una serie di indizi, sia sul piano verbale che su quello non verbale, la certezza di menzogna in atto è molto difficile da raggiungere, poiché le emozioni del soggetto possono dar vita a segnali non verbali dovuti a stress generico e non per forza a stress generato dal dire il falso.
Si parlò molto del poligrafo (detto anche macchina della verità), tuttora utilizzato in ambito penale, come uno strumento infallibile quando venne inventato. Questa macchina “registra diverse caratteristiche fisiologiche di un individuo (quali la pressione del sangue, il polso arterioso e la respirazione) mentre il soggetto è chiamato a rispondere a una serie di domande, misurando i cambiamenti emotivi e psicologici in tali misurazioni verificatisi durante l’interrogatorio.” (wikipedia.org)

Queste misurazioni fisologiche non tengono conto, essendo elettroniche, del fatto che, ad esempio, un innocente accusato ingiustamente di un reato può avere i medesimi parametri fisiologici di un colpevole, solo per il fatto che la componente di stress generata dal contesto è altissima, mentre chi mente spesso è più facile che riesca a controllarsi. Per questo motivo, nelle indagini serie il poligrafo viene abbinato alla lettura del linguaggio del corpo da parte di professionisti, come Paul Ekman nel mondo reale, o il Dr. Cal Lightman nella serie TV che si intitola LIE TO ME (della quale proprio Ekman è stato Direttore Scientifico).

sincerita 02Lo stesso Paul Ekman, il guru mondiale nella lettura delle microespressioni del volto, nel suo best seller “I volti della menzogna” scrive “Ci sono delle differenze individuali nella capacità di controllare la mimica e certe persone, quelli che chiamo attori nati, lo sanno fare alla perfezione, quando nascondono una certa emozione, presentano microespressioni o espressioni soffocate rivelatrici: l’assenza di questi fenomeni non è quindi prova di verità.” Mi sto rendendo conto che potrei scrivere un lungo artcolo solamente sui rischi di sbagliare una diagnosi di menzogna, raccontandoti ad esempio “l’errore di Otello“, che spesso porta ad etichettare colpevole un innocente, i cui segnali emozionali vengono malinterpretati, proprio perché sono uguali a quelli del bugiardo.

La motivazione che mi ha spinto a scrivere queste righe, al contrario, è darti alcune indicazioni su come leggere i segnali di verità nell’interlocutore, non quelli della menzogna, nonostante circa il 61,5% delle relazioni tra individui, secondo vari studi comparati, risultino menzognere (Anolli, 2002). 

Sergio Omassi, esperto di comunicazione relazionale e non verbale, collabora con società ed enti pubblici e riceve per coaching one-to-one a Brescia. 

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