Appalti pilotati Malonno, Comune e Unione parti civili

L'ex sindaco Gelmi, arrestato, con imprenditori e addetti pubblici, è alla sbarra per aver fatto parte del sistema che assegnava i lavori agli "amici".

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    (red.) Nella giornata di martedì 24 luglio al tribunale di Brescia si è svolta una prima udienza nell’ambito del processo per gli appalti “pilotati” a Malonno, in Valcamonica, che hanno portato agli arresti del sindaco Stefano Gelmi e al commissariamento del municipio. Con lui in autunno del 2017 erano finiti nei guai per lo stesso motivo anche alcuni imprenditori e addetti pubblici che avrebbero fatto parte del sistema, come è stato definito. Al centro dell’indagine erano finiti gli appalti legati alla sistemazione di due strade, alla riqualificazione del Comune e alla biblioteca per un importo totale di oltre 100 mila euro.

    Nell’ambito del processo il Comune e l’Unione Alpi Orobie bresciane con alcuni cittadini hanno deciso di costituirsi parti civili per vedersi riconosciuti i danni morali ed eventualmente quelli patrimoniali. In particolare, il Comune chiede 30 mila euro e l’Unione altri 50 mila, che saranno destinati, nel caso, alla formazione dei giovani ai temi dell’anticorruzione. Al termine dell’udienza, aggiornata a novembre, si sono valutate le richieste di patteggiamento e rito abbreviato, mentre gli altri imputati che hanno scelto il rito tradizionale saranno alla sbarra dal 20 settembre.

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