Killer suicida, armi usate quelle delle bande dei tir

Fucili e pistole di Balsamo quelle dei gruppi che derubavano i camion carichi di metalli. Ed Elio Pelizzari stava scrivendo un memoriale: lì il movente?

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(red.) Nuova puntata sul fronte delle indagini per quanto accaduto la settimana precedente a lunedì 9 aprile, con Cosimo Balsamo che ha ucciso Elio Pelizzari alla SGA Srl di Flero, poi James Nolli a Carpeneda di Vobarno e infine si è tolto la vita con un colpo di pistola nel parcheggio di un supermercato ad Azzano Mella, tutto nel bresciano. E’ certo che il killer suicida abbia agito in quel modo per vendicarsi dei due che con lui erano stati coinvolti nel processo per le bande che derubavano i tir carichi di metalli.

Secondo quanto scrive il Giornale di Brescia citando fonti investigative, Pelizzari avrebbe “soffiato” agli inquirenti il fatto che Balsamo aveva due capannoni a Flero e Castel Mella, poi confiscati. In più, dopo che le due bande avevano agito prendendo d’assalto i camion di metalli, non erano mai state trovate le armi usate. E ci sarebbe la conferma che i fucili e le pistole sarebbero state le stesse di quelle usate da Balsamo per compiere la sua vendetta contro Pelizzari e Nolli. E tenute dal 62enne in un suo capannone di Flero.

E per Pelizzari, come risulta al quotidiano bresciano, sul suo computer sarebbero stati trovati dei documenti, materiali e appunti facenti parte di un’autobiografia che stava scrivendo. Anche un’indagine del 2000 della Guardia di Finanza seguita alla “soffiata” che aveva portato alle confische nei confronti del killer suicida. Materiale che, in parte, l’uomo pubblicava sui social network e che Balsamo avrebbe potuto leggere portandolo a organizzare la vendetta. Tra quegli scritti, insomma, ci sarebbe il movente di quanto avvenuto. Mentre su Balsamo si stava valutando anche un possibile tesoretto nel paradiso fiscale di San Marino.

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