Traffico rifiuti Selca, Bettoni ancora assolti

Flavio e Ivano innocenti anche in appello. L'accusa era di aver venduto scarti di acciaieria senza fare altri trattamenti. Rebus su bonifica e smaltimento.

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(red.) Nel corso del pomeriggio di giovedì 1 marzo dalla Corte d’Appello di Brescia è arrivata una nuova sentenza di assoluzione nei confronti di Flavio e Ivano Bettoni, ex titolari dell’acciaieria Selca di Forno Allione, in Valcamonica e già assolti anche in primo grado dall’accusa di traffico internazionale di rifiuti. Ne dà notizia il Giornale di Brescia raccontando la giornata giudiziaria dei due imputati in tribunale. I due fratelli erano accusati di non aver trattato 23 mila tonnellate di cianuri e floruri che provenivano da Marghera verso l’azienda camuna e poi rivendute sul mercato, appunto e secondo l’accusa, così com’erano, senza alcuna lavorazione che sminuisse i pericoli ambientali.

Nel corso dell’udienza il sostituto procuratore generale aveva chiesto 4 anni di reclusione per entrambi, ma la Corte ha dato ragione ai giudici di primo grado ribadendo l’assoluzione per i due. Tuttavia, in attesa delle motivazioni che saranno depositate nell’arco di 90 giorni, il legale di parte civile ha già annunciato ricorso in Cassazione. Soddisfatti, invece, gli avvocati dei fratelli Bettoni. Già il giudice di primo grado, Maria Chiara Minazzato, aveva sottolineato che i prodotti piazzati sul mercato dai due imprenditori erano fuori dalla materia dei rifiuti e che erano stati preparati in modo opportuno e corretto per il successivo riutilizzo.

Nel piazzale dell’azienda poi fallita erano anche rimasti stoccati 45 mila metri cubi di scarti per i quali la procura di Brescia aveva aperto un’altra indagine sempre a carico dei due fratelli, ma anche del curatore fallimentare Giacomo Ducoli e di due membri del consiglio di amministrazione. Nel frattempo, gli stessi scarti sono stati messi in sicurezza nel corso del 2016 tra il trasferimento all’interno del capannone e la copertura con un materiale particolare per quelli all’esterno e in modo da non provocare problemi al sottosuolo. Questa operazione era stata consentita dai 240 mila euro arrivati dalla Regione Lombardia. E mentre si cercano aziende interessate ad occuparsi della bonifica e smaltimento, servono comunque altri milioni per le operazioni. Soldi che al momento sono, in parte, ancora da trovare.

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