Pietro Giordani, gesto disperato finendo nel Garda?

Su una spiaggia a Tignale è stato trovato un pezzo di paraurti che sarebbe della Panda del 33enne. Le ricerche si stanno concentrando nei fondali.

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(red.) Un caso di scomparsa, quello del palazzolese Lorenzo Pagani, operaio bresciano di una ditta di Adro, si è risolto purtroppo con il tragico ritrovamento senza vita. E sembra che lo stesso destino coinvolga anche Pietro Giordani di Gargnano e di cui non si hanno tracce dal 22 dicembre e dopo l’allarme scattato tre giorni dopo, nel pomeriggio di Natale. Nella giornata di martedì 2 gennaio, infatti, è stato trovato un pezzo del paraurti anteriore, sembra della Fiat Panda del 33enne. A riconoscerlo è stato il padre, anche lui attivo nelle ricerche, per il fatto che proprio con il figlio aveva svolto delle riparazioni al veicolo.

La zona del ritrovamento del rottame è una spiaggia a Prà de la Fam, a Tignale, sempre sul lago di Garda. A confermare questa ipotesi ci sarebbero anche le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza che il 22 dicembre avevano “catturato” un’auto rossa muoversi sul lungolago Olcese a Campione di Tremosine. Qui si vede il veicolo raggiungere il Club Vela Campione al centro Univela e poi innestare la retromarcia per scomparire dagli “occhi” elettronici.

E’ per questo che sabato 30 dicembre le ricerche via terra erano state sospese, mentre erano iniziate quelle in acqua. Anche se un robot usato dai Volontari del Garda non aveva trovato nulla. La sensazione è che il 33enne possa trovarsi nei fondali del Benaco, davanti al centro Univela, dopo aver compiuto un gesto estremo. Le ricerche sono riprese mercoledì mattina 3 gennaio e forse il giovane ha perso la vita già il giorno della scomparsa. Infatti, l’ultima cella telefonica agganciata dal cellulare di Pietro è rimasta nell’alto Garda bresciano, mentre non si registrano movimenti di bancomat e carta di credito.

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