Depuratore Garda, firma su accordo a Roma

100 milioni di euro dal Governo e altri 120 con l'aumento di bollette, dalla tassa di soggiorno e tramite la BEI. Un anello a collettore colpito da chiatta.

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(red.) Quella di lunedì 18 dicembre è stata una giornata importante dal punto di vista della depurazione del lago di Garda. Infatti, la giunta lombarda ha approvato lo schema d’accordo tra le parti e che sarà firmato mercoledì 20 a Roma con il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Il documento consentirà di incassare i 100 milioni di euro promessi dal Governo, mentre gli altri 120 (il totale dell’opera è di 220 milioni) saranno recuperati dai territori coinvolti.

Quindi, attraverso la Banca Europea degli Investimenti cui si rivolgeranno le regioni Lombardia e Veneto, l’aumento dell’importo delle bollette a carico dei cittadini e dalla tassa di soggiorno che pagano i turisti. Nonostante alcuni Comuni, su quest’ultima voce, non siano d’accordo. In ogni caso, con l’intesa in porto, dovrà essere definita la posizione del nuovo depuratore. Da tempo si parla di Visano, nel bresciano, anche se sono numerose le critiche su questo fronte. Di certo, è necessario una nuova opera che permetta di sistemare la depurazione del Benaco, visto che tutti i reflui della sponda bresciana finirebbero nella nuova struttura, mentre l’area veronese continuerà a puntare su Peschiera.

Nel frattempo, restando sul lago di Garda, mercoledì 20 dicembre i sommozzatori e altri tecnici torneranno al collettore davanti al porto di Gardone Riviera per fare delle misurazioni. Si tratta della conduttura che per diversi giorni era stata preda di una chiatta affondata e che ha trascinato il tubo a metri di profondità. Per fortuna l’opera che trasporta i reflui non ha avuto danni, ma per sicurezza verrà piazzato un anello di acciaio come sorta di cerotto nel punto di impatto. Poi nel 2018 si punterà a sistemare i supporti della stessa conduttura.

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