Serle, sparò al ladro, per Franzoni oltre 9 anni

9 anni e quattro mesi di reclusione per il 33enne che nel dicembre 2013 uccise Eduard Ndoj. Ma i parenti della vittima avevano chiesto almeno 20 anni.

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    (red.) Mirco Franzoni condannato a 9 anni e quattro mesi di reclusione per omicidio volontario. E’ quanto pronunciato nella sentenza mercoledì sera 13 dicembre dal giudice Roberto Spanò della Corte d’Assise di Brescia dopo nove ore di camera di consiglio. La vicenda è nota e riguarda quanto avvenne a Serle, nel bresciano, il 14 dicembre del 2013, esattamente quattro anni prima che la giustizia si sia pronunciata in primo grado. Quel giorno il 26enne albanese Eduard Ndoj aveva rubato in casa del fratello di Franzoni ed era fuggito. La sera stessa Mirco, tornando da una battuta di caccia, si era sentito raccontare dal parente per il furto e quindi aveva iniziato a cercare il malvivente tra la stessa abitazione e i dintorni.

    Nel momento in cui si era imbattuto in un’auto “straniera”, aveva chiuso la via di fuga e si era trovato di fronte al bandito. Poi, secondo il giovane imputato, ora condannato in primo grado, ci sarebbe stata una colluttazione durante la quale il ladro avrebbe cercato di prendere il fucile che Franzoni teneva e quindi sarebbe partito un colpo che lo ha tramortito. Al contrario, secondo i giudici, lo stesso Franzoni sapeva bene il rischio cui sarebbe andato incontro, con l’arma senza sicura e un colpo in canna. L’imputato ha sempre detto di non aver voluto uccidere, ma la sensazione della Corte è stata diversa. L’accusa, formulata prima dal pm Francesco Piantoni e poi da Caty Bressanelli, aveva chiesto 16 anni di reclusione per il 33enne.

    Ma il giudice ha riconosciuto le attenuanti, tra il fatto che Franzoni fosse incensurato e che avesse avuto un attacco d’ira perché il ladro aveva rubato in casa del fratello. Così si è arrivati alla pena di oltre 9 anni. In ogni caso il meccanico di Serle resta in libertà. Il giudice, oltre alla condanna, ha stabilito che l’uomo debba pagare anche una provvisionale totale di 150 mila euro tra i genitori e i fratelli della vittima. Le motivazioni saranno pubblicate in tre mesi e potranno dare agli avvocati del 33enne un’indicazione su come muoversi per il loro assistito. Nella stessa udienza la Corte ha anche deciso di rinviare alla procura di Brescia gli atti relativi alle testimonianze del padre, del fratello e di due vicini di casa di Franzoni perché si valuti la presunta falsa testimonianza durante il dibattimento.

    D’altro canto sono opposte le reazioni arrivate dopo la sentenza. Il paese valsabbino dice di difendere il concittadino, un bravo ragazzo. Al contrario, i parenti della vittima – che hanno atteso la notizia fuori da Brescia a causa di un foglio di via disposto dalla questura – si sono detti amareggiati perché chiedevano almeno 20 anni di carcere. Per il risarcimento di 3,7 milioni di euro, invece, potranno rivolgersi al tribunale civile. In tutto questo, la pm Bressanelli ha sottolineato che si è di fronte a un ladro che ha rubato e a un bravo ragazzo che ha sparato. “In Italia è vietato rubare, ma anche uccidere e se Franzoni avesse chiamato i carabinieri invece di cercare il bandito, saremmo a discutere di un processo per furto” ha detto.

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