Indice pressione, è scontro tra Aib e Pirellone

Pasini ricorre al Tar contro il fattore che impedisce altre discariche. Dalla Regione vanno avanti su questa strada. E torna ancora il caos per la Portamb.

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    (red.) E’ scontro tra gli industriali bresciani e la Regione Lombardia dopo il ricorso presentato da Giuseppe Pasini, leader di Aib, al Tar di Brescia contro il fattore di pressione ambientale ancora più stringente adottato dal Pirellone. Cioé l’indicatore che vieta di allargare o aprire nuove cave, discariche e impianti di trattamento di rifiuti su territori che hanno già raggiunto il limite indicato dal provvedimento regionale. Il presidente dell’Associazione Industriale Bresciana parla di una delibera che non è attuabile, efficace e che anzi provoca problemi al tessuto economico lombardo.

    In particolare, per quelle aziende che devono sapere dove poter smaltire i propri rifiuti e tenendo anche conto che i tempi burocratici possono arrivare fino a 10 anni. E parla di responsabilità assunta dalle imprese che puntano sulla tecnologia e nuovi sistemi più evoluti che però cozzano con una delibera di questo genere. Tuttavia, dal Pirellone è intervenuta in risposta l’assessore all’Ambiente Claudia Maria Terzi che si è detta stupita di vedere un’istanza del genere da un territorio che sta chiedendo aiuto dopo gli scempi ambientali scoperti.

    Quindi? L’assessore sottolinea che si potrà ragionare su tutto con gli industriali, ma l’indice di pressione è una pietra miliare che la Regione non vuole cancellare. Su questo fronte è intervenuto anche il consigliere bresciano della Lega Nord Fabio Rolfi che ha definito “antistorico” il ricorso al Tar. Nel frattempo, restando nell’ambito dell’ambiente e delle discariche, Mazzano ha ospitato un incontro lunedì 4 dicembre con Calcinato, Castenedolo e Rezzato per la vicenda Portamb.

    La Regione Lombardia, infatti, ha autorizzato l’azienda, già presente sul posto con lo smaltimento e recupero dei rifiuti, a spostarsi all’ex cava Florio-Felce aumentando anche di superficie, quantità di rifiuti e quelli pericolosi. Tanto che si punta a fare ricorso contro la valutazione d’impatto ambientale emessa dal Pirellone e in attesa di poter partecipare, tra gli enti locali, all’autorizzazione integrata che sarà discussa in Provincia di Brescia.

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