Chiatta affondata Garda, prefettura assume la regia

Solo mercoledì ci sarà il terzo tentativo di salvare la conduttura fognaria sotto il peso dell'imbarcazione finita in profondità. Si predispone il piano.

(red.) Stanno continuando le operazioni, al momento quelle di preparazione, per liberare la condotta fognaria nelle profondità del lago di Garda, davanti al porto del Casinò di Gardone Riviera, nel bresciano, dalla potenza della chiatta che la tiene bloccata. L’episodio era stato segnalato domenica 26 novembre da alcuni subacquei durante un’immersione e che avevano notato l’imbarcazione affondata premere contro la conduttura. Si sta parlando di un tubo in materiale elastico, lungo 2,7 chilometri, che trasporta i reflui da Salò fino a Maderno.

E nel caso di una rottura, che sul posto non vogliono nemmeno preventivare, si rischia il disastro ecologico. Nel frattempo, dopo i due tentativi di recupero della chiatta andati a vuoto, dell’intera vicenda si sta occupando anche la procura di Brescia. La magistratura ha deciso di disporre un sopralluogo subacqueo che si è svolto domenica 3 dicembre per opera dei vigili del fuoco e dei sommozzatori. Tutto il materiale, anche fotografico, raccolto sarà presentato sul tavolo della procura che deciderà i provvedimenti conseguenti.

Intanto, la regia delle operazioni per risolvere la situazione è passata alla prefettura di Brescia che sul campo può contare sulla Guardia Costiera, i vigili del fuoco, la società Garda Uno, la Protezione civile, i volontari del Garda e l’esperto del privato, proprietario della chiatta affondata che si farà carico di tutte le spese per il recupero e la soluzione al problema. Ogni tentativo di intervento è stato rinviato a mercoledì 6 dicembre, mentre lunedì si metterà in campo un progetto per capire come muoversi. Restano comunque alcune incognite, per esempio perché la proprietà della chiatta, usata per raccogliere scarti edili da una villa in ristrutturazione, non abbia segnalato l’affondamento dell’imbarcazione.

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