La svalutazione di Epcg brucia l’utile di A2A del 30%

Brutte notizie nei primi nove mesi dell'anno per l'utility. La partecipazione in Montenegro sta costando davvero cara ai conti della società, controllata da Milano e Brescia.

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(red.) Cattive notizie per A2A, multiutility lombarda nata dalla fusione tra Asm Brescia e Aem Milano. L’azienda presieduta da Giovanni Valotti ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con un utile netto in calo del 30% rispetto al 2016: 226 milioni di euro (323 milioni di euro al 30 settembre 2016). Il dato è causato dagli effetti dell’esercizio della put option sulla quota del capitale sociale detenuto dall’utility nella società montenegrina Epcg (41,75%). La svalutazione è di 93 milioni di euro.

Tornando agli altri indicatori di A2A, Il margine operativo lordo (Mol) è di 888 milioni di euro, in crescita del +2% rispetto al 30 settembre 2016, nonostante proventi non ricorrenti significativamente inferiori. Escluse le poste non ricorrenti, l’incremento del Mol supera il 7%. Gli investimenti crescono del 16% a 271 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netta, in aumento a 3.252 milioni di euro, riflette gli effetti derivanti dal deconsolidamento integrale del gruppo EPCG e dalle acquisizioni, parzialmente compensati dalla buona generazione di cassa.

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