Fiamme Tremosine, verso stato di calamità

L'assessore lombardo Bordonali avanzerà la richiesta, mentre martedì in prefettura ci sarà un vertice con amministratori locali. Più di 500 ettari in fumo.

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    (red.) Prosegue senza sosta l’intervento degli operatori per domare il vasto incendio che dalla notte di venerdì 27 ottobre sta bruciando il Parco Alto Garda bresciano. Le fiamme partite da Tremosine hanno raggiunto i boschi della Val di Bondo e fino a Tremalzo distruggendo il Corno della Marogna per un’area che fa parte della Rete Natura 2000 e come sito di interesse comunitario. E’ un disastro ambientale all’ecosistema quello che si sta verificando, con oltre 500 ettari di boschi bruciati e mentre il fuoco ha già superato il confine bresciano arrivando a quello trentino.

    Ma gli operatori sperano che il rogo non arrivi alla valle di San Michele perché altrimenti si parlerebbe di una calamità senza precedenti per la zona. Nel pomeriggio di lunedì 30 ottobre e nel momento in cui stava già calando il buio, sull’area erano presenti ancora una decina di focolai, tanto che le operazioni di spegnimento sono ripartite martedì all’alba. Sul fronte in fiamme all’opera ci sono i volontari del Parco, i vigili del fuoco della sponda bresciana e trentina, alpini di vari gruppi locali, la Protezione civile, altri volontari da Tignale e dal Garda, due elicotteri dei vigili del fuoco e un canadair regionale in assistenza.

    A peggiorare la situazione c’è il fatto che si sono sviluppati altri roghi anche nel varesotto e in Valtellina dove sono stati allertati più mezzi regionali. Dall’altra parte, anche la condizione climatica non aiuta, tra il vento che continua a soffiare e la mancanza di pioggia, almeno fino a domenica, che rende la zona siccitosa e facile preda del fuoco. Insieme al fatto che il Corpo Forestale dello Stato è stato sciolto dando la competenza ai carabinieri. Nella giornata di lunedì, intanto, l’assessore lombardo alla Protezione civile Simona Bordonali ha incontrato il ministro dell’Interno Marco Minniti e chiederà lo stato di calamità naturale come emergenza nazionale da parte della regione.

    Martedì 31 è previsto un altro vertice in prefettura a Brescia tra gli amministratori locali della zona del Parco Alto Garda e Annunziato Vardé per approfondire l’evolversi della situazione. Intanto non c’è alcun dubbio che i due roghi che stanno devastando la zona siano di origine dolosa e infatti i carabinieri stanno continuando a indagare per capire chi potrebbe aver compiuto un atto simile. Marco Zanetti dell’antincendio boschivo e Davide Pace a capo della Comunità montana dell’alto Garda bresciano sono convinti che sia un attacco alle istituzioni colpendo direttamente una proprietà naturalistica e che, tra i vari divieti, presenta quello da caccia.

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