Pizzo in bitcoin, aperta indagine. E’ una farsa?

Carabinieri e polizia postale stanno cercando l'autore di quei messaggi a quattro negozi. Inchiesta in corso per tentata estorsione. Nessuno ha pagato.

Più informazioni su

    (red.) La procura di Brescia ha deciso di aprire un’inchiesta per tentata estorsione dopo le denunce presentate da quattro negozianti di via Monte Cengio e via delle Tofane, nel quartiere Sant’Eustacchio in città. Sotto le serrande delle loro attività commerciali avevano notato un volantino che intimava loro il pagamento di un pizzo in bitcoin. Di fronte a questo scenario, venuto alla luce martedì notte 17 ottobre, i titolari si sono rivolti ai carabinieri e alla Polizia postale.

    Nel frattempo un tecnico incaricato proprio dalle forze dell’ordine ha verificato che sul presunto conto dell’autore della richiesta non c’era un centesimo. Di conseguenza, nessuno dei negozianti aveva pagato la quota richiesta. La sensazione dei militari, nonostante ci sia un’indagine aperta, è che si sia trattata di una farsa.

    Più informazioni su

    Commenti

    L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.