Tangenti a Pavia, arrestato anche un bresciano

L'imprenditore originario della Valcamonica è accusato di essersi aggiudicato il servizio di calore per scuole ed edifici pubblici in modo poco trasparente.

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    (red.) E’ finito anche un bresciano in un’inchiesta per tangenti condotta dalla procura di Pavia per la gestione del servizio di calore da parte dell’Asm pavese tra scuole ed edifici pubblici del territorio. L’imprenditore G.F., originario della Valcamonica, è finito agli arresti con altre tre persone dopo che in una stanza di albergo sarebbe stato trovato con 200 mila euro in contanti. L’inchiesta era stata avviata nel 2015 dalla procura pavese tramite l’aggiunto Mario Venditti e il sostituto Paolo Mazza con l’intervento dei carabinieri.
    Così si sono scoperti 1,8 milioni di euro di “buco” nelle casse dell’Asm di Pavia. I quattro finiti in manette sono tutti accusati di peculato, turbata libertà degli incanti e truffa aggravata. Nel mirino, l’affidamento da 18 milioni da parte dell’Asm per la manutenzione delle caldaie e la gestione del calore. L’Antas, operativa a Piacenza, aveva “ottenuto” il secondo ramo.
    Infatti, l’appalto sarebbe stato aggiudicato sul 2014 e 2016 tramite un accordo clandestino e mai approvato né dall’Asm e nemmeno ne era stato informato il Comune. Gli altri tre arrestati, con le manette scattate nel 2016, sono l’ex direttore generale di Asm Pavia Claudio Tedesi, l’avvocato Marcello Rainò che era stato a capo della prevenzione della corruzione e trasparenza dell’ex municipalizzata pavese e Bruno Silvestrini imprenditore della Eti. Questi tre, secondo l’accusa, avrebbero intascato 400 mila euro dalle casse dell’Asm.

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