Loggia, confermati ergastoli per Maggi e Tramonte

Martedì in tarda serata la Cassazione ha emesso la sentenza: carcere a vita per il medico veneziano e l'ex fonte Tritone. Si chiude pagina dopo 43 anni.

Più informazioni su

(red.) Martedì 20 giugno la Corte di Cassazione a Roma ha scritto una pagina di storia. Pochi minuti prima delle 23,30 il presidente della prima sezione Domenico Carcano, dopo nove ore di udienza e altre tre di camera di consiglio, ha confermato gli ergastoli per Maurizio Tramonte e Carlo Maria Maggi per la strage di piazza Loggia a Brescia. Era il 28 maggio del 1974 quando nella centrale piazza della città esplose un ordigno provocando la morte di otto persone: Giulietta Banzi Bazoli, Clementina Calzari, Trebeschi, Livia Bottardi Milani, Alberto Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto e Vittorio Zambarda.

Altre 102, invece, rimasero ferite. Dopo 43 anni e undici processi si è arrivati a chiudere quel capitolo della storia dal punto di vista processuale. Definitivamente, secondo la giustizia, il medico veneziano Maggi e l’ex fonte Tritone dei Servizi segreti Tramonte sono gli autori di quella strage di matricola fascista dell’Ordine Nuovo. Già nel corso dell’udienza, che era iniziata in tarda mattinata, al termine della sua requisitoria il procuratore generale Alfredo Pompeo Viola aveva chiesto alla corte di confermare l’ergastolo che aveva deciso anche la Corte d’Appello di Milano nel luglio del 2015.

Una sentenza, quella meneghina, che aveva ribaltato il quadro accusatorio di due processi bresciani che avevano puntato, al contrario, sull’assoluzione. La verità processuale, quindi, indica come la strage sia stata pianificata da Ordine Nuovo legato a Maggi, mentre Tramonte ha partecipato alla riunione preparatoria pochi giorni prima dell’attentato e senza rivelare nulla ai Servizi segreti italiani. Ora i due condannati saranno trasferiti in carcere.

Contrari alla sentenza i legali dei due imputati che parlano di “motivazioni illogiche e contraddittorie” e di “condanna illogica perché da Tramonte sono arrivate molte falsità”. Nei minuti successivi alla sentenza c’è spazio anche per i commenti di chi dopo 43 anni ha visto riconoscere gli autori della strage che ha provocato vittime e feriti. Da Arnaldo Trebeschi a Manlio Milani fino ad Alfredo Bazoli hanno parlato di “segnale di riscatto”, “uomini dello Stato che hanno sconfitto altri uomini dello Stato”, “fine di un percorso infinito e di una pagina che si chiude” e “momento importante per la democrazia italiana”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.