Inchiesta migranti, indagato e materiale al vaglio

La procura valuterà i materiali e le testimonianze raccolte dalle forze dell'ordine nei blitz di martedì. Nei guai l'imprenditore bresciano Angelo Scaroni.

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    (red.) Ha creato scompiglio e scalpore a livello nazionale, ma forse non ha sorpreso più di tanto, l’inchiesta aperta dalla procura di Brescia sull’accoglienza dei migranti. La notizia è che un imprenditore monteclarense, Angelo Scaroni, è indagato con l’ipotesi di reato di truffa allo Stato. Mentre gli inquirenti ora passeranno alla fase di valutazione dietro la scrivania di tutti gli elementi raccolti durante il blitz eseguito martedì 6 giugno.

    L’indagine è partita dopo un controllo effettuato in una casa di accoglienza per richiedenti asilo in via Erculiani a Carpenedolo, nel bresciano, dove sono stati trovati stranieri in sovraffollamento e in condizioni igienico sanitarie precarie. Quindi l’analisi è stata estesa a una quarantina di realtà tra Valsabbia, Garda e soprattutto nella Bassa bresciana. La maggior parte è riconducibile proprio all’imprenditore di Montichiari che si dice in regola e di aver agito in buona fede.

    Ma la procura di Brescia vuole verificare se sia realmente così e per questo motivo durante le perquisizioni e i sequestri sono state raccolte numerose testimonianze e materiali ora al vaglio. In particolare, si vuole capire come siano stati investiti i fondi ministeriali per l’accoglienza, cioé i noti 35 euro al giorno per ogni migrante.

    Tenendo anche conto che nelle strutture legate a Scaroni sono ospiti circa 300 migranti, quindi un bel gruzzolo. Nel caso in cui si scoprisse che il denaro viene usato in modo diverso, per l’imprenditore potrebbe configurarsi un reato di truffa ai danni dello Stato.

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