Sartori e Briatore: lo stile fa la differenza

Chissà cosa avrebbe scritto il politologo morto il primo aprile della frase dell'imprenditore piemontese, che si chiedeva come si possa vivere con 1300-1500 euro al mese.

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di Giovanni Merla

Qualche giorno fa, a “Cartabianca” in oda su Rai 3, Flavio Briatore ha detto che non sa come si possa vivere con 1300-1500 euro al mese.

Ovviamente la dichiarazione discutibile di uno degli imprenditori più famosi d’Italia non è passata inosservata. Il web l’ha bersagliato, scatenando chilometri di polemiche. Credo sia un’uscita poco elegante, una specie di “Cassanata” che avrebbe potuto risparmiarsi.

Visto i dati relativi alla disoccupazione, alla crescita industriale (praticamente pari a poco più di zero), al PIL e considerato che, nel nostro Paese, l’unica cosa che cresce è il debito pubblico, sono convinto che chi guadagna quella cifra debba ritenersi fortunato e privilegiato. Mentre scrivo provo a immaginare una figura che avrebbe certamente riportato Briatore sulla retta via. Giovanni Sartori.

Peccato che proprio qualche giorno fa, il primo aprile, ci ha lasciato. Con la sua scomparsa l‘Italia perde un intellettuale immenso. Politologo di fama mondiale, docente nelle più importanti facoltà universitarie americane, editorialista, scrittore e saggista. Se n’è andato in punta di piedi, all’età di 93 anni.

Se penso a lui la mia mente ritorna al passato, quando i suoi editoriali mi lasciavano sempre incantato. Sartori aveva una straordinaria capacità di coniugare cultura e comunicazione. Sapeva perfettamente cosa dire e come dirlo. Usava un linguaggio semplice e uno stile ironico e pungente che riusciva sempre a coinvolgere il lettore senza annoiarlo mai.

Bacchettava destra e sinistra senza esclusione di colpi. Non conosceva sudditanza psicologica e soprattutto non indorava mai la pillola. Ti sbatteva in faccia la sua opinione senza fronzoli. Andava subito al punto e come un cecchino infallibile centrava in pieno il bersaglio.

Il suo humor da autentico toscanaccio lo ha certamente aiutato, quando negli anni ’90 aveva inventato i termini “Porcellum” e “Mattarellum”, per identificare le leggi elettorali. Soprannomi diventati veri e propri tormentoni del giornalismo scritto e parlato. Aveva particolarmente a cuore il futuro del pianeta che vedeva sempre più precario e compromesso.

La sua ricetta, per contrastare l’inevitabile distruzione della terra ad opera dell’uomo, era efficace e semplice al tempo stesso. Abbandono di carbone e petrolio e controllo delle nascite. Quando parlava di questo non risparmiava critiche ai potenti del mondo e alla Chiesa.

Negli ultimi suoi lavori si era occupato della crisi culturale sempre più evidente. Secondo lui una delle cause determinanti era il dominio della comunicazione visiva su quella scritta. Sartori vedeva l’uomo sempre più incapace di astrazione e di fantasia, perché assuefatto di immagini. Un presagio percepito alla fine del secolo scorso e oggi più che mai divenuto realtà. Ripenso a Briatore e alla sua infelice dichiarazione.

Non so proprio cosa gli avrebbe detto Giovanni Sartori, ma credo di sapere cosa avrebbe pensato. Lo immagino, mentre i suoi occhietti vispi brillano, bisbigliare da quella sua tipica smorfietta buffa col classico accento fiorentino: “Briatore l’è proprio un bischero!”.

Ti auguro buon viaggio libero pensatore splendente.

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