Delitto “Disco Volante“, giudice sentirà omicida

Anthony Aiello, 22 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Da lunedì pomeriggio è detenuto nel carcere di Canton Mombello.

(red.) Dal tardo pomeriggio di lunedì 3 aprile Anthony Aiello, 23 anni da compiere in agosto, è rinchiuso nel carcere di Canton Mombello a Brescia dove è tenuto sotto sorveglianza. E’ lui l’autore dell’aggressione mortale con un coltello su Yaisy Bonilla all’alba di domenica 2 all’esterno del club “Disco Volante” di via Corsica a Brescia. E’ stato lo stesso Aiello a confessarlo in questura nel momento in cui domenica mattina è stato prelevato dagli agenti della Squadra Mobile nella sua casa di Gussago. La dinamica è stata confermata anche dalle immagini riprese dalle telecamere di un locale cinese presente in zona.

Nei frame si vede chiaramente il colombiano Bonilla, 21 anni, mentre si mostra alla fidanzata con uno squarcio all’addome e finisce a terra. Poi, condotto alla Poliambulanza di Brescia, viene operato d’urgenza, ma nel pomeriggio intorno alle 17 le sue condizioni precipitano fino al decesso. Gli inquirenti hanno ricostruito in ogni dettaglio e a tempo di record cosa è successo domenica all’alba. Intanto, sta tramontando l’ipotesi che il 22enne abbia rivolto un apprezzamento di troppo alla fidanzata del colombiano. Forse, quindi, un’offesa legata al colore della pelle dello straniero o una sigaretta negata. Senza dimenticare che potrebbe aver influito anche l’alcol.

Tra Aiello e Bonilla non c’era alcun legame di conoscenza, ma entrambi risultavano tesserati al “Disco Club”. Nel momento in cui l’italiano ha rimediato un pugno al volto da parte di Yaisy, lo stesso Aiello avrebbe poi chiesto un coltello a un amico – sentito anche lui in questura – poi si è diretto verso il 21enne e lo ha accoltellato. Subito dopo è scappato, si è sbarazzato dell’arma bianca lanciandola in un giardino e poi trovata e infine è tornato a casa a Gussago. Qui i suoi genitori, che gestiscono una tabaccheria in via Lamarmora a Brescia, lo avevano notato con il sangue al volto. Poche ore dopo sono poi arrivati gli agenti che hanno prelevato il ragazzo e condotto in questura per interrogarlo. Qui ha confessato pur dicendo di non averlo voluto uccidere.

Poi in ospedale per le medicazioni e infine in carcere. Da parte del sostituto procuratore Teodoro Catananti è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e sarà sentito dal giudice per la convalida del fermo. Il giovane, dipendente a tempo indeterminato di un’azienda in città, ha qualche piccolo precedente legato allo spaccio di sostanze stupefacenti. Mentre la vittima, Bonilla, arrivato a 9 anni in Italia con il padre a Castel Mella e poi in convivenza con la fidanzata, era un soggetto problematico e difficile da inserire nel tessuto sociale. In molti hanno tentato di recuperarlo, ma spesso il ragazzo si rimetteva nei guai. L’elemento certo che arriva dalla tragedia è che sono state distrutte due famiglie, quella del colombiano e quella del 22enne di Gussago che ora rischia di restare in carcere per diversi anni.

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