Rimborsi “gonfiati“ dializzati, nessun peculato

Annullato il sequestro dei conti correnti delle associazioni di soccorso che si occupano del trasporto dei malati. Erano stati bloccati dal giudice nel 2016.

(red.) Nessun reato di peculato da parte delle associazioni di soccorso sanitario nell’ambito dei rimborsi chilometrici per il trasporto dei dializzati. E’ la sentenza della presidente Anna Di Martino che si affianca a quella del secondo Riesame. Di conseguenza, i conti correnti di diciotto sodalizi finiti nella bufera e sequestrati dal giudice nell’aprile del 2016, possono tornare nella disponibilità delle associazioni. Anche se, in realtà, già lo erano dopo l’esito della prima decisione del tribunale del Riesame. Di fatto si tratta del terzo dissequestro.

Secondo la procura che aveva avviato le indagini, le associazioni di soccorso sanitarie avrebbero “gonfiato” i rapporti dei servizi sul trasporto dei dializzati per poter incassare più rimborsi. In più, sempre secondo l’accusa, i responsabili degli stessi sodalizi, d’intesa con l’Agenzia di Tutela della Salute, avrebbero riscosso le somme in più per metterle sui propri conti correnti. Quindi, stando alla procura, accuse di truffa e peculato per un importo di 1,5 milioni di euro.

Ma secondo i giudici, l’Ats avrebbe autorizzato il rimborso solo per finalità pubbliche e cioé per l’assistenza. Le associazioni non avrebbero nemmeno distratto alcuna risorsa e, se proprio ci fosse una responsabilità, sarebbe a livello contabile. Ma la procura, come viene sottolineato, non ha segnalato nulla alla Corte dei Conti. L’inchiesta si è chiusa a settembre e ora si attende solo l’udienza preliminare nei confronti dei vertici dell’Ats e degli amministratori delle associazioni per le accuse, a vario titolo, di peculato e truffa.

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