Valcamonica, roghi spenti dopo quattro giorni

Solo domenica si è riusciti a domare le fiamme sulle montagne camune. In cenere 270 ettari di boschi e pascoli. Forze dell'ordine sulle tracce dei piromani.

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(red.) Solo domenica 8 gennaio, dopo quattro giorni, si è riusciti a spegnere i roghi che affliggevano la Valcamonica, nel bresciano. In particolare, la zona colpita è stata quella del Campolaro, tra la Bazena e il monte Trabucco. Il bilancio finale è molto pesante, tanto da parlare di 270 ettari di boschi e sterpaglie andati bruciati nella potenza del fuoco. Lo stesso destino, grave e con danni ingenti, ha coinvolto nei giorni precedenti anche la Valtrompia.

Poi qui, per fortuna, è arrivata una tregua. Al contrario, hanno continuato a bruciare le montagne camune, tanto da chiedere l’aiuto di due canadair insieme all’elicottero e ai mezzi, tra protezione civile e guardie ecologiche, che lavoravano da terra. Tutte le operazioni di spegnimento e bonifica, che si sono concluse solo domenica, sono state seguite dal sindaco di Bienno Massimo Maugeri.

Il forte vento, il terreno secco e il freddo gelido delle ultime ore ha reso più difficile ogni tipo di operazione. Il primo cittadino parla di danni immensi, tenendo conto della fauna andata bruciata e che avrebbe bisogno di anni per ripresentarsi sulle vette. Un dato è certo: il fuoco è frutto di piromani, come era successo anche in Valtrompia, così le forze dell’ordine dicono di essere vicini a identificare chi avrebbe appiccato i focolai.

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