Brescia, piromane via Tosoni ai domiciliari

L. P., 22 anni, si trova in casa con i genitori in attesa del processo dal 15 marzo. E' stato bloccato mercoledì 9 notte mentre bruciava un'auto.

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Cc via Tosoni(red.) Da giovedì 10 marzo si trova agli arresti domiciliari nella sua casa con i genitori, a Brescia, il piromane di via Tosoni. L. P., 22 anni, incensurato, era stato colto sul fatto nella notte di mercoledì 9, intorno alla mezzanotte, mentre stava bruciando un depliant pubblicitario sulla ruota di una Renault Megane, di proprietà di una signora di Vicenza. Sono stati i carabinieri della Compagnia di Brescia a fermarlo e a mettergli le manette prima di condurlo in caserma per interrogarlo. Nella conferenza stampa che ne è seguita per presentare l’operazione svolta nelle ore precedenti, è emerso come il giovane abbia agito senza alcun obiettivo particolare. La sua era “solo rabbia” che lo ha spinto ad entrare in azione più volte. Infatti, in via Tosoni si contano otto casi di auto bruciate da ottobre a marzo, di cui l’ultimo proprio mercoledì notte.
Il giovane ha confessato di essere responsabile di tre di questi episodi, ma le forze dell’ordine ritengono che abbia compiuto anche gli altri. In più, si valuta anche se sia coinvolto in tutti i sedici casi di veicoli andati a fuoco non solo in via Tosoni, ma anche in altre vie della città. Il fermo del 22enne, da quanto emerso dai carabinieri, in realtà non sarebbe stato una sorpresa. Infatti, i militari sembra che lo tenessero d’occhio da tempo. La tecnica era sempre la stessa e identica a quella usata dal piromane di via Chiusure. Prendeva un pezzo di carta che poi appoggiava sulle ruote dei veicoli e dava fuoco. Nel momento in cui qualcuno segnalava l’incendio, il 22enne era già sparito a piedi. In effetti, abitava sul posto. L’attività delle forze dell’ordine, pur mantenendo il riserbo, è proseguita per diverso tempo. Hanno sentito gli amici, ex compagni di scuola e raccolto altre testimonianze.
Un giorno, però, il 22enne, tentando di sviare le indagini, ha compiuto una leggerezza: ha chiamato il 112 chiedendo l’intervento dei vigili del fuoco per un incendio a una vettura. Quel contatto è stato analizzato dai carabinieri e li ha portati al giovane. Dal punto di vista delle indagini, dopo essere stato interrogato dal giudice Roberto Spanò, il ragazzo è ai domiciliari per danneggiamento aggravato, ma riferito solo all’ultimo episodio. La seconda fase indiziaria va avanti per capire se L. P. sia responsabile anche degli altri roghi. Per lui martedì 15 marzo inizierà il processo.

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