Brescia, si indaga sul doppio dramma

Forse lo stato di salute avrebbe spinto Paolo Piraccini lunedì 1 prima a uccidere la moglie Marinella Pellegrini e poi a schiantarsi in autostrada.

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Foto da Bresciaoggi

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(red.) Può essere definito un dramma annunciato quello avvenuto nella serata di lunedì 1 febbraio tra via Cefalonia a Brescia e Ospitaletto, prima con l’omicidio della donna e poi con lo schianto mortale sull’autostrada A4. I fatti partono alle 22 quando Paolo Piraccini, 56 anni e originario di Milano, gestore di un bar tabaccheria a Palazzolo, ha una lite in casa, al primo piano del condominio “Larry’s”, con la moglie Marinella Pellegrini di 55, nata a Bagnolo Mella. Al termine della pesante discussione l’uomo estrae un coltello seghettato dalla cucina e la colpisce al collo lasciandola senza vita in un lago di sangue. A quel punto chiama il cognato per confessare quel delitto e dice di volerla fare finita. Dall’altro capo del telefono il parente cerca di farlo ragionare, per poi allertare il 112 che fa giungere all’abitazione di via Cefalonia carabinieri, vigili del fuoco e soccorsi. Parte poi la mobilitazione di polizia, carabinieri e stradale per cercare un’Audi A2 grigia, quella che aveva preso l’uomo per scappare dalla scena del crimine. Ma passano pochi minuti dopo le 23 quando arriva la notizia di un grave incidente stradale a Ospitaletto.
L’uomo, infatti, a bordo della sua auto aveva imboccato l’autostrada A4 contromano in direzione di Milano e si era schiantato frontalmente contro un camion che stava rientrando dopo una spedizione dal Veneto. L’autotrasportatore, per fortuna, non ha subito conseguenze, a parte qualche ferita lieve, mentre il corpo di Piraccini senza vita era rimasto bloccato tra le lamiere del suo veicolo. I carabinieri della Compagnia di Brescia stanno indagando sul doppio episodio che ha colpito la coppia senza figli. I residenti dell’elegante condominio di via Cefalonia dove Piraccini e la moglie abitavano dal 1998 dicono che in passato non c’era stata alcun tipo di lite e il rapporto veniva considerato tranquillo. In realtà, i due erano molto discreti e si facevano vedere poco in giro. Per quel motivo molti nel quartiere e nella zona non li conoscevano. Le cause della tragedia potrebbero essere riconducibili allo stato di salute dell’uomo. Sembra che avesse svolto alcuni esami medici e pensava di essere affetto da una malattia che gli lasciava poco da vivere.
Una situazione che negli ultimi due anni lo avrebbe scombussolato, portando alla chiusura di un ristorante pizzeria che gestiva. Così continuava a lavorare nella tabaccheria di Palazzolo. Una sorta di depressione dovuta, forse, allo stato di salute lo avrebbe poi estraniato e reso suscettibile nei rapporti con la gente. A qualcuno avrebbe detto, dopo la chiusura del ristorante, di voler tornare a casa e di uccidere la moglie. Molti la consideravano una battuta, ma alla fine è diventata realtà. I due corpi sono stati ricomposti all’obitorio dell’ospedale Civile di Brescia dove sono a disposizione del pubblico ministero Roberta Amadeo. Sulla donna sarà eseguita l’autopsia, mentre sull’uomo saranno svolti alcuni accertamenti esterni.

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