Calcio, multe atlete di Brescia e Verona

(red.) La sfida di calcio femminile tra Brescia e Agsm Verona, vinta dalle rondinelle che si sono aggiudicate la Supercoppa italiana, sta avendo degli strascichi polemici. Ma non c’entrano azioni da rigore o dubbi arbitrali. Le due squadre, infatti, quando sono scese sul campo del “Lusetti” di Castiglione delle Stiviere, nel mantovano, subito dopo l’inno hanno esposto uno striscione: “Ci sono punti da conquistare, che valgono di più di quelli in classifica”. Il chiaro riferimento è la Federazione italiana di calcio, rea di non mettere sullo stesso livello la disciplina femminile e quella maschile. Dopo la manifestazione, che secondo la relazione dell’arbitro non era prevista e nemmeno autorizzata, tutte le calciatrici sono state ammonite e hanno ricevuto una multa da 50 euro ciascuna.
Le stesse ragazze del Brescia calcio a maggio avevano scelto di non farsi premiare alla finale di Coppa Italia vinta contro il Tavagnacco. Campo in condizioni al limite della praticabilità e nemmeno l’inno nazionale avevano spinto alla decisione. La Federazione sarebbe sempre stata restia a considerare il calcio femminile al pari di quello maschile. Non a caso, erano arrivate le critiche del presidente della Lega Dilettanti sulle “quattro lesbiche” e “pensavamo che le donne fossero handicappate” di Tavecchio, a capo della Figc. Ma la difesa arriva dal presidente dell’Associazione calciatori Damiano Tommasi che definisce “disarmante come il calcio femminile viene trattato in Italia”.