Mandolossa, i killer non lasciano tracce

I sicari di Frank e Vanna non hanno lasciato alcun indizio utile alle indagini. L'ombra del regolamento di conti di stampo mafioso.

da-frank-mandolossa-slide(red.) Sapevano il fatto loro i due killer entrati in azione Da Frank, la mattina di martedì 11 agosto, colpevoli del duplice omicidio di Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari.
I due criminali, entrati in azioni alla Mandolossa poco prima delle 10 del mattino, hanno agito con il volto coperto, non hanno lasciato alcuna impronta, e non hanno lasciato bossoli sul pavimento, utilissimi per identificare l’arma. La loro freddezza ha fatto intuire agli inquirenti che la decisione della morte dei due coniugi è stata decisa da qualche cosca malavitosa ben strutturata, distante dalla gestione della prostituzione e dello spaccio da strada contro cui i due titolari della pizzeria da asporto si battevano da tempo.
Ora il Pm Valeria Bolici sta cercando elementi utili alle indagini. Secondo il procuratore generale di Brescia, Pierluigi Dell’Osso, comunque non ci sono dubbi: l’omicidio ha i connotati del regolamento di conti di stampo mafioso. Usura, racket ed estorsione sono, ormai, termini utilizzati sempre più spesso anche nel Bresciano, dove è accertata un’infiltrazione mafiosa in più settori. Nella giornata di mercoledì, intanto, sono state ascoltate decine di persone in Questura. La polizia sta cercando di trovare informazioni utili alle indagini molto compplicate.

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