Brescia, “rosso” da 35 milioni

La società di via Bazoli sta affrontando criticità societarie e tecniche. Nessun investitore all'orizzonte.

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(red.) Il Brescia calcio naviga in cattive acque. Il “rosso” ammonta a 35 milioni di euro e di investitori, al momento, all’orizzonte, nemmeno l’ombra.
Ad illustrare la situazione critica della società di via Bazoli è stato l’amministratore unico, Luigi Ragazzoni, nominato nei mesi scorsi con l’uscita di scena dello storico patron delle rondinelle, Gino Corioni (che pure resta proprietario della squadra), intervenendo alla trasmissione di Teletutto «Parole di calcio».
Davanti alle telecamere è intervenuto anche l’onorevole Aldo Rebecchi, che ha proposto la costituzione di una Fondazione in cui potrebbero confluire diversi soggetti: da Ubi Banca (che, lo ricordiamo, vanta un credito nei confronti della società biancoblù) il Comune di Brescia e il mondo dell’imprenditoria, bresciana e non solo.
I soldi in cassa scarseggiano e, all’orizzzonte, potrebbero profilarsi problemi analoghi a quelli che hanno portato la squadra a subire tre punti di penalizzazione in campionato, non pagando gli stipendi ai dipendenti. Se così fosse le rondinelle perderebbero altri due punti. Situazione che, certamente, non aiuta nemmeno la classifica.
Sì, perchè le criticità societarie si legano a doppio nodo con quelle sul campo, con una squadra che non riesce a vincere e, quando  in vantaggio, a mantenere il risultato. Lo abbiamo visto chiaramente negli ultimi due match.
Con chi ha accumulato debiti la società? Ragazzoni ha spiegato che via Bazoli deve denaro alle banche, ai fornitori e anche all’Erario, ma, al momento, non si profila lo spettro del fallimento (nemmeno pilotato).

 

 

 

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