Lettere al direttore

«Consigli di Quartiere, i giri di walzer del centrodestra»

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Egregio Direttore,

mi chiedo cosa stia succedendo tra i partiti del Centrodestra per i Quartieri. L’immagine che mi viene è d’una “upupa, ilare uccello”, che come “un finto gallo gira al vento”. Non sembrino sprecati i versi di Montale, nel criticare questo loro rigirar di posizioni. Sui Quartieri, non c’è una sola cosa di Lega e F.I. che si salvi dall’essere contraddetta da loro stessi.
Prima, la proposta di “lista unica” deliberata nel 2011 dalla giunta Paroli-Rolfi, come una valida scelta civica, non partitica. Poi, con Del Bono e Fenaroli, essa diventa invece la peggior scelta totalitaria e sovietica. Pure “coreana”, dice la Lega, del tutto smemorati dei recenti peana per Kim Jong intonati da Salvini, in compagnia di Razzi.
Prima, per la Giunta Paroli-Rolfi potevano votare tutti i residenti, quindi anche gli stranieri, senza alcun limite. Poi se la Giunta Del Bono fa votare gli stranieri, ma con 5 anni di residenza, diventa invece uno sfregio alle leggi elettorali.
Prima, la Lega della Loggia si sentiva parte attiva per le elezioni. Poi, coi segretari Rinaldi e Formentini, sceglie ora di disertare il voto.
Prima, il capogruppo di F.I., Margaroli, invitava al non voto. Poi, i responsabili di FI, Fornasari e Fontana, affermano “No, noi ci saremo. Anzi, FI riparte dai Quartieri!”. Anche se resta da capire, dopo lo strappo per la Provincia – e le sospensioni annunciate – chi ora parli in Loggia per FI e chi per la Peroni.
Prima, nessuna particolare reazione di Lega e F.I. sul voto ai sedicenni. Poi, una guerreggiata.  Ma con la Lega in Emilia che il voto per i giovani lo vorrebbe pure per elezioni regionali.
Prima, nessuna proposta di “quorum”, da parte di Lega e F.I. Poi, anche questo diventa un “casus belli”, ben sapendo che nessun organismo elettivo prevede “quorum”. Una richiesta fatta solo per far saltare  alcuni Consigli. In omaggio alla “brigata forzaleghista” del “genio guastatori”.
Prima, una polemica della Lega sul costo per le elezioni dei Consigli. Poi, un suo referendum che costa dieci volte di più, cioè 5/700 mila euro. Un referendum che da Regolamento mi pare ormai fuori tempo, con la Lega senza firme. E con un dubbio di legittimità per un quesito cambiato in Consiglio su proposta della Lega stessa. Quindi tutto da rifare per il 2016.
Prima, la Giunta Paroli considerava i “Consigli di quartiere” come “Consulte territoriali”. Poi, li confonde con i  “Consigli di Circoscrizione”, pensando di poter applicare la legge elettorale contro il voto ai sedicenni ed agli stranieri. Da qui minacce di ricorso al TAR, del tutto prive di senso, perché la normativa delle “Consulte” è di competenza solo del Comune. E per organi consultivi c’entra un bel nulla la legge nazionale.
Infine la polemica sulla data del 14 dicembre. A cui si son associati anche Onofri e Gamba. La data del 30 novembre non può che essere “ordinatoria”, come correttamente rilevato anche dalla Segreteria Generale. Infatti, la Delibera non fa che “prevedere” il periodo, mentre il Regolamento all’art. 10 dice d’una data “stabilita” dal Sindaco. Lo spostamento di soli 15 giorni non determina sanzioni, decadenze od effetti sfavorevoli, ed è stato fatto per meglio organizzare l’elezione stessa.
Quindi non è un data “perentoria”. Come immagino anche gli avvocati possano convenire, a meno che per le loro esibizioni non s’affidino a degli incauti  “suggeritori della buca”.
Mi verrebbe da dire: ridateci il Rolfi della proposta del 2011. Con un confine chiaro tra accordo e scontro. Sempre meglio dell’incomprensibile marasma messo in scena ora dal centrodestra.
La scelta forzaleghista è quella di boicottare i Quartieri, dopo che con Calderoli hanno chiuso le Circoscrizioni? Vedano loro ciò che voglion fare. Ma, ritornando alla metafora dell’upupa, oggi si ritrovano a far la parte del finto gallo di cui sopra. Che –  per Montale, s’intende –  gira sì al vento, come un “aligero folletto”, ma pur sempre “sopra l’aereo stollo del pollaio”.

Claudio Bragaglio

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