“Elimineremo il Cromo 6 dall’acqua di Brescia”

La multiutility ha presentato l'innovativo trattamento chimico dei pozzi della città che entro il 2015 abbatterà totalmente la presenza dell'inquinante.

(s. s.) Entro la fine del 2014 il cromo esavalente presente nell’acqua potabile della città di Brescia sarà ridotto del 70%. Per la fine del 2015 in tutto l’acquedotto bresciano sarà sotto il limite di 2 microgrammi/litro, quindi al di sotto della soglia rilevabile dalle odierne metodiche di analisi. Un rimedio che porrebbe fine ad anni di preoccupazioni e polemiche legate alla qualità dell’acqua bresciana.
A2A ha presentato il progetto per la rimozione del cromo esavalente ideato, creato e testato nei propri laboratori da gennaio 2013 a oggi. Il sindaco Emilio Del Bono l’ha definita “una giornata storica per i bresciani”. Difficile dargli torto. Perchè ciò che finora era un trattamento sperimentale sul pozzo Sereno 2 (fuori servizio) diverrà realtà già entro lunedì 15 settembre per 5 pozzi a Nord (Campo Pozzi Grazzine e San Bartolomeo per una portata di 320 litri al secondo) e altri 4 a S. Donino (portata 400 l/s). Solo questo intervento “pulirà” il 60% dell’acqua potabile della città.
Ma in cosa consiste questo “miracolo”? E’ tutta questione di chimica. Nei pozzi verranno aggiunti 2 µg di Solfato Ferroso che si legheranno al Cromo esavalente facendolo “precipitare” a Cromo Trivalente, insolubile in acqua e che quindi potrà essere filtrato dai carboni attivi insieme al Ferro ossidato (cosa che non è possibile fare con il Cromo 6 che invece è solubile in acqua). Il residuo verrà scaricato nelle acque fognarie.
Tale trattamento, garantiscono i laboratori di A2A, è in grado di abbassare la soglia di Cromo 6 sotto i 2 microgrammi/litro e quella del Cromo totale entro i 5 µg/l (il cui limite tollerabile in acqua potabile è fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in 50 m/l). Il Ferro presente in acqua resterà al di sotto dei 20 µg/l (limite Oms è 200), così come per i Solfiti entro i 60 µg/l (Oms 250), la somma fra Tricloroetilene e Tetracloroetilene sotto lo 0,1 (Oms 10) e il Carbonio tetracloruro entro lo 0,1 (Oms 4). L’Asl di Bresci ha rilasciato il suo parere favorevole all’applicazione su scala cittadina del trattamento.
“Questo progetto ci costerà 4 milioni di euro per migliorare la qualità dell’acqua di Brescia, la cui potabilità, tuttavia, non è mai stata in discussione” commenta il presidente di A2A Giovanni Valotti. “Aumenteremo il nostro impegno nella rendicontazione di ciò che facciamo ed in particolare di questa attività con una brochure che spediremo alle famiglie e con un aggiornamento costante del sito (www.a2acicloidrico.it). Partiamo dall’interesse del cittadino per costruire il disegno industriale dell’azienda” conclude il presidente.
Condivisione e soddisfazione anche dai vertici della Loggia: “Oggi è una bella giornata per i bresciani”, dice il sindaco Del Bono. “Oggi più che mai possiamo fidarci di A2A, questa iniziativa che ha una portata enorme per la città deve far crollare quel muro di diffidenza che in certa parte dei bresciani era nato anche rispetto alla questione del Cromo esavalente. Oggi non “sogneremo più la California” (dove il limite tollerato di Cromo 6 è più basso di quanto imposto dall’Oms), ma saranno loro a sognare Brescia. A2A torna ad investire sul territorio in modo massiccio: in questo modo torniamo a vedere più netta la sua anima di gestore di servizi di pubblica utilità”.
L’assessore all’Ambiente Gigi Fondra chiude con una rassicurazione: “Sulle tavole delle mense scolastiche dei nostra bambini torneranno le brocche d’acqua. Quest’estate abbiamo fatto le analisi due volte e anche l’Asl ci ha certificato che le condotte dell’acquedotto non cedono nessun inquinante. Oggi non possiamo più dubitare della qualità dell’acqua delle nostre mense”.

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