Amir, Abulfasi, Habib e il viaggio della speranza

I tre ragazzi afghani salvati sulla A4 hanno raccontato le 50 ore passate aggrappati alle ruote di un Tir, dalla Grecia all'Italia.

(red.) Dalla Grecia a Brescia, casello Brescia est. Passando per l’Iran e la Turchia, con partenza dall’Afghanistan. E’ questo il percorso effettuato dai tre adolescenti afghani salvati dalla polizia stradale di Brescia nell’autoparco dell’autostrada A4, dopo 50 ore di viaggio aggrappati al fondo di un Tir.
I tre ragazzi, 15, 16 e 17 anni, ma con un volto segnato, che tradisce una vita difficile ed esperienze che i loro coetanei bresciani non sono stati chiamati fortunatamente a vivere, hanno raccontato la propria odissea, che si è conclusa in città.
C’è chi, come Amir, è partito due anni fa dal proprio paese in guerra per cercare una vita migliore, lasciando padre e fratelli. Abulfasi ha 15 anni, ed è il più piccolo, Habib è invece il maggiore. Tutti e tre hanno raccontato di avere avuto paura, ma ancor più era il timore di morire laddove si trovavano. E quindi ecco che, una volta giunti in Grecia, hanno saputo da un amico che c’era un camion diretto in Italia. Un’occasione da non perdere per i tre giovanissimi che si sono così aggrappati alle ruote del mezzo pesante e, anche, alla speranza.
E prima della Grecia e dell’Italia c’era stato il viaggio fino in Iran, in balia di trafficanti d’uomini che chiudono i fuggiaschi disperati in bauli e poi li abbandonano a se stessi  e il rischio diventa troppo elevato. Quindi l’arrivo in Turchia e il passaggio in barca fino alla Grecia dove Amir è poi rimasto 18 mesi in un centro per stranieri. Esperienza vissuta come un incubo. Quindi la possibilità di allontanarsi da quello che viene descritto come un inferno, con un viaggio clandestino e pericolosissimo che li ha portati, fortunatamente sani e salvi, anche se molto provati dal lungo digiuno e dalla fatica, in Italia. Qui i ragazzi sperano di poter frequentare la scuola, trovare un lavoro, mantenersi. Sogni normali, desideri semplici per chi una vita facile non l’ha avuta.

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