Rondinelle, si parte con un punto in meno

Il futuro della società è appeso a un filo. Si prospetta addirittura la messa in mora a causa degli stipendi insoluti. Intanto scatta la sanzione della Lega.

(red.) Il campionato non è ancora iniziato e il Brescia è già ultimo in classifica. Colpa dei conti non in ordine e degli stipendi non saldati. A settembre le rondinelle partiranno con un punto in meno in classifica, un punto di penalizzazione a cui potrebbero aggiungersene altri se non si corre ai ripari.
Mercoledì 25 giugno era il termine limite per pagare gli stipendi di aprile che però non sono arrivati. Entro lunedì  bisogna pagare i contributi (600.000 euro) e c’è da produrre la fidejussione da 800.000 euro necessaria all’iscrizione al prossimo campionato di serie B. Se ciò non accadesse sarebbero altri due punti che se ne andrebbero con più di due mesi di anticipo. Sembra però che Gino Corioni abbia già trovato la soluzione: farsi anticipare la somma della Lega calcio verso la quale il Brescia vanta il credito dei diritti televisivi.
Ciò non toglie che questi siano giorni difficili per il Brescia, forse i più difficili della sua storia. Di sicuro i più neri dell’epoca Corioni. Sono lontani i tempi della coppa Anglo-Italiana e altrettanto quelli di Baggio e Guardiola. Dinnanzi si prospettano addirittura scenari apocalittici, come lo scioglimento della società.  Se non arriveranno bonifici entro 20 giorni, gli atleti potrebbero procedere con la messa in mora del club aprendo altri scenari che potrebbero portare allo svincolo di chi è sotto contratto.
Corioni e figli provano allora a giocare l’ultima carta, una carta che proviene dall’America (e da Napoli). Si chiama John Visendi ed è per metà partenopeo per metà statunitense il manager chiamato in via Bazoli per cercare di trovare una via d’uscita. Il suo compito dovrebbe essere quello di ristrutturare la società e renderla appettibile sul mercato. Certo che qualche maligno giura che Visendi non sia proprio l’uomo ideale, visto il tonfo della sua ditta di intimo, Roberta, fallita ancora nel 1998.

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