Inceneritore, botta e risposta tra ambientalisti e Loggia

I primi hanno puntato il dito contro biomasse e contributo versato da A2A. Fondra: "Falsità".

(red.) Botta e risposta tra ambientalisti e Comune di Brescia sull’inceneritore nell’ambito della vicenda sul rinnovo dell’Aia.
«Si è mai vista un’amministrazione comunale che chiede di importare 260.000 t/a di rifiuti da tutta Italia in un inceneritore collocato all’interno della propria città, per aumentare così l’inquinamento urbano?». Questa la domanda del Coordinamento comitati ambientalisti. Diversi i punti della contestazione. Innanzitutto, la restaurazione del contributo di 5 euro per ogni tonnellata, pari a 1.350.000 euro all’anno versati all’assessorato all’ambiente. Un contributo che trovava ragione per la costruzione della terza linea, come compensazione monetaria, ma che non avrebbe ragione di più  esserci, poichè è stato abbattuto il setto separatore. Senonché, quando si è aperto il confronto con A2A sul rinnovo dell’Aia e sul nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, il contributo è ricomparso sul tavolo, con delibera del 26 novembre 2013. Gli ambientalisti si sono poi focalizzati sul nuovo accordo tra A2A e Loggia che sarebbe peggiorativo rispetto a quello del 2004. Innanzitutto, perché allora il Cdr (combustibile derivato dai rifiuti di scarsa qualità) non era previsto. Inoltre, allora si fece valere la giustificazione che di fronte ad un vantaggio economico consistente per Asm, grazie ai Cip 6, avrebbe avuto un senso recuperare un po’ di euro per le iniziative ecologiche dell’assessorato all’Ambiente. Ora, però, il quadro è cambiato: il vantaggio del Cip 6 è esaurito, è cresciuta la sensibilità ambientale e si impone il ridimensionamento dell’inceneritore. Accettare da parte del Comune quello che gli ambientalisti definiscono un obolo, significa accettare che A2A continui a importare nell’inceneritore 260.000 tonnellate di rifiuti speciali da fuori provincia, tra cui le eco balle di Napoli, rinunciando ad un ridimensionamento dell’impianto. «A2A ha pagato la sua assicurazione che il Comune non avrebbe chiesto nessuna modifica sostanziale rispetto all’Aia precedente, come effettivamente si è verificato. Anzi, sarà la stessa amministrazione, in sede di Conferenza dei servizi, a chiedere per conto di A2A che almeno un terzo dei rifiuti inceneriti sia costituito da quei rifiuti speciali che A2A sta importando da fuori provincia. Da parte del Comune, ancora una volta si è svenduta la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini in cambio di un piatto di lenticchie».
Il coordinamento definisce poi un imbroglio quello delle biomasse, che sarebbero bruciate ora su tutte le tre linee.  «Si utilizza da parte di un’amministrazione pubblica lo stesso linguaggio ingannevole proprio della criminalità nella gestione dei rifiuti, che spaccia per rifiuti non pericolosi rifiuti caratterizzati originariamente come pericolosi, o considera materiali inerti, appropriati per rilevati e sottofondi stradali, rifiuti speciali non trattati come le scorie di fonderia, oppure mimetizza sotto il termine biomasse, ovvero cippato di legno vergine da bruciare nelle piccole centrali per biomasse, rifiuti speciali costituiti prevalentemente da plastiche. La gravità di una simile operazione è tale da spingerci a denunciare la delibera di giunta numero 122 del 18 marzo 2004 al Comitato per la legalità e sicurezza, insediato, per ironia della sorte, dalla stessa amministrazione».
Non è tardata la risposta dell’assessore all‘Ambiente Gianluigi Fondra, che sottolinea come la ricostruzione fatta non corrisponde a realtà. «Innanzitutto perché confonde strumentalmente le competenze del Comune di Brescia, quelle della Regione Lombardia e della normativa nazionale, inoltre perché falsa il positivo ruolo dell’assessore all’Ambiente, che dopo una lunga trattativa nella definizione dell’ultima Aia è riuscito a scongiurare l’aumento dei rifiuti combusti nel termovalorizzatore, fissando la quantità totale a ivelli lievemente inferiori rispetto al passato. La Giunta, inoltre, rigetta con forza il paragone tra il proprio agire e quello della malavita organizzata, come scrive Ruzzenenti sul suo sito, opinione che, ancorché lesiva, appartiene a una ristretta minoranza dell’ambientalismo bresciano che invece, in occasione dell’ultima Aia, si è espresso in modo favorevole sui risultati ottenuti dall’amministrazione. Riguardo alla trasparenza, ricordiamo che a giorni sarà istituito un nuovo Osservatorio sul termovalorizzatore con lo scopo di informare i cittadini in modo ancor più dettagliato di quanto avvenuto finora. Rivendichiamo, infine, che la salute dei bresciani è sempre stata la nostra priorità e non certo una merce di scambio».

 

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