Stamina, «Serve una nuova legge»

Secondo la senatrice Pd Emilia De Biasi, «come legislatori dobbiamo aggiornare la legge Turco-Fazio sulle "cure compassionevoli"».

(red.) «Sospendere il cosiddetto metodo Stamina fino alla delibera del nuovo Comitato scientifico insediato dal ministero della Salute».
Lo ha detto Emilia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato, in una conferenza stampa organizzata a Brescia dal Partito democratico sul tema della discussa vicenda che coinvolge gli Spedali Civili. La senatrie era accompagnata da  Donata Lenzi, capogruppo del Pd nella commissione Sanità della Camera.
Secondo la senatrice, «come legislatori dobbiamo aggiornare la legge Turco-Fazio sulle “cure compassionevoli”». Si tratta del decreto ministeriale del 2006, che andrebbe aggiornato «per fare in modo che il caso Stamina non si ripeta.
Questo non perchè, ha spiegato De Biasi, spetti al Parlamento decidere sulla scientificità o meno di una cura, ma «politica e istituzioni hanno la responsabilità della tutela del Sistema sanitario nazionale e quindi dei pazienti». Ciò che non è avvenuto per Stamina in cui, ha sottolineato, i pazienti e i familiari dei malati sono stati sottoposti«a un’illusione crudele».
Appoggio poi ai medici del Civile che si sono rifiutati di somministrare le infiltrazioni. Questo perchè, ha ribadito la senatrice democratica, «il codice vieta di somministrare sostanze segrete. E non mi si venga a dire- ha attaccato De Biasi- che la sostanza del metodo Stamina non è segreta».
Solidarietà è stata quindi espressa a «tutto il personale e alla dirigenza dell’ospedale Civile, innanzitutto al direttore generale Ezio Belleri».
Poi la senatrice ha toccato il tema della giustizia inerente al caso Stamina: parlando dell’inchiesta aperta a Torino, in cui risultano indagate 20 persone, tra cui lo stesso “inventore” della discussa “cura”, Davide Vannoni, ha auspicato che «si arrivi in tempi brevi ad accertare le responsabilità relative all’approdo di una metodica segreta in un ospedale pubblico» e le «continue  imposizioni di proseguire da parte di magistrati, che noi audiremo».

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