Stamina, «il 5 maggio i malati a Brescia»

Lo ha annunciato Davide Vannoni. «Nessun effetto collaterale, solo miglioramenti certificati» ha detto il guru del metodo finito sotto inchiesta.

(red.) «Nessun effetto collaterale, solo miglioramenti certificati con dati strumentali da altri ospedali italiani». Così Davide Vannoni, sul suo profilo Facebook, torna a parlare della sua metodica al centro dell’inchiesta della Procura di Torino.
E il presidente di Stamina Foundation avverte: «Chi ritiene di voler combattere oggi ha un traguardo, il 5 maggio 2014, data in cui Stamina potrebbe essere presente a Brescia (che non ha dato risposta alla nostra disponibilità), insieme alle famiglie che dovrebbero ottenere le infusioni».
Sempre sul suo profilo Facebook il professore, indagato con altre 19 persone dalla procura di torino per truffa … scrive che «ci troviamo di fronte a un martello che ha battutto 180 colpi, ovvero giudici civili hanno ordinato all’ospedale di Brescia di trattare 180 persone con il metodo stamina. A dare forza a questi colpi una legge dello stato, il decreto Balduzzi, che consente a diversi pazienti già in cura di continure le terapie di Stamina e al ministero di fare in fretta una sperimentazione per dare risposte al mondo scientifico (quello vero)».
L’ex ministro della Salute, Renato Balduzzi, si è però smarcato dall’accusa di avere agevolato, in qualche modo il tanto discusso metodo Vannoni, spiegando la propria posizione in una lettera.
Per Vannoni, la Stamina Fundation si trova «tra l’incudine e il martello», laddove «l’incudine è composta dall’Aifa (Agenzia Italina del Farmaco) un cui alto dirigente, ora indagato, ha dato il benestare alle terapie a Brescia ed dal dott. Guariniello, PM di Torino che ha chiuso oggi le indagini con accuse molto pesanti che dovranno essere discusse in tribunale.»
«Una delle accuse- afferma ancora Vannoni, ora candidato alle Europee con la lista “Io cambio”– presente in tutte le 70 pagine di ipotesi del PM, riguarda il fatto che Stamina sia andata avanti lo stesso, nonostante le sue quinquennali indagini, a preparare gratuitamente linee cellulari per le persone malate dentro gli Spedali Civili di Brescia. Nessun effetto collaterale, solo migliormenti certificati con dati strumentali da altri ospedali italiani».
Non così la pensano diversi ex pazienti, le cui testimonianze sono agli atti della magistratura, secondo cui, invece, coloro che si sono sottoposti ai trattamenti con cellule staminali adulte hanno rischiato dalla nausea alla cefalea, all’insorgenza di tumori. I problemi, secondo gli inquirenti, sorgono in ognuna delle tre fasi del trattamento: la biopsia midollare, eseguita “in assenza di documentati esami ematochimici” e in locali – come gli scantinati – di cui non erano certificate “sterilità e adeguatezza”; la manipolazione e la criopreservazione delle cellule “in condizioni non controllate o non in regime Gmp (‘good manufactoring practice’ – ndr) in sedi non autorizzate e omologate, trasportate da personale inesperto”; la reintroduzioni delle cellule mediante puntura lombare senza “cautele” e senza “documentate procedure cliniche”.
Nel 20-25% dei casi di pazienti trattati con il metodo Stamina si sono verificati “eventi avversi”.
Ma Vannoni non ci sta e ribadisce, sempre sul profilo del social, che «ieri (mercoledì 23 aprile, ndr.) una ragazza in lista di attesa è mancata, si chiamava Daniela, con lei altre 15 persone sono morte nei mesi passati in quella lista attraverso cui sono stati presi in giro malati terminali e le loro famiglie. Che cosa succederà se mancherà uno dei bambini in cura che ormai non ricevono più le terapie stamina da mesi? Diremo ‘pazienza tanto erano malati’? Chi saranno i colpevoli? Chi pagherà per questa negazione del diritto? Quando vedremo un’altra famiglia disperata perchè ha perso un figlio andremo tutti a dormire tranquilli pensando che la colpa sia di qualcun altro e che tanto questo paese è marcio fino in fondo? »
«Chi ritiene di voler combattere oggi ha un traguardo, il 5 maggio 2014, data in cui Stamina potrebbe essere presente a Brescia (che non ha dato risposta alla nostra disponibilità), insieme alle famiglie che dovrebbero ottenere le infusioni».
Vannoni conclude facendo «un appello anche al Movimento Stamina Italia costituito da poco, questa sarà una battaglia legale e politica, ma soprattutto di persone».

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