«No al Bigio, ci sono problemi più seri»

Il sindaco Emilio Del Bono "bacchetta" la vice Laura Castelletti che si era espressa criticamente sulla mancata ricollocazione della statua del Dazzi.

(red.) Il tormentone “Bigio” torna al centro del dibattito politico in città, ma , anche, in Loggia.
Dopo le parole del vicesindaco ed assessore alla Cultura del Comune di Brescia, Laura Castelletti, che si è detta «inorridita» dal bando internazionale di idee per sostituire la statua che andrebbe collocata in Piazza Vittoria, ad intervenire è proprio il sindaco Emilio Del Bono che, in modo lapidario, ha annunciato che l’opera del Dazzi, denominata “l’era fascista”, non tornerà nella sua sede originaria. Il motivo? Per il numero uno in Loggia è chiaro: evitare che la ricollocazione del manufatto possa diventare motivo di scontro ideologico. Ma non solo: per Del Bono la città ha motivi di discussione e problematiche ben più serie del Bigio, che non appare come una delle priorità per l’amministrazione bresciana.
Un replica secca alla leader di Brescia per Passione che aveva stigmatizzato il “metodo” scelto per la sistemazione della rinnovata piazza.
A giungo, ha annunciato il primo cittadino, la Giunta deciderà cosa collocare sul piedistallo di piazza Vittoria e dove invece “mettere a dimora” la statua (restaurata) del Dazzi.
Ma, avveret il sidnaco, non si tratta di una posizione ideologica, diversamente dai suoi predecessori in Loggia che hanno utilizzato il Bigio come tema di scontro politico, piuttosto, ha sottolineato del Bono, serve ridare alla piazza una centralità ed un significato per la città che qusto luogo aveva perso. Collocarvi il Bigio significherebbe creare divisioni e contrasti, secondo il sindaco, con il rischio, non remoto, che la statua possa essere oggeto di vandalismi e deturpazioni. Tanto più che si ergerebbe a pochi metri da un altro luogo simbolo di una ferita non ancora rimarginata per Brescia, piazza Loggia, teatro della strage di stampo fascista del 24 maggio 1974.

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