Lombardia a statuto speciale: chiesto referendum

Presentata la proposta a firma leghista al Pirellone. M5S: "Ansia da consultazione, ennesima iniziativa vuota e propagandistica di un partito alla canna del gas".

(red.) E’ stata presentata giovedì 3 aprile a Palazzo Pirelli, nella sede del Consiglio regionale lombardo, la proposta di referendum per la richiesta di statuto speciale per la Regione Lombardia.
L’obiettivo dell’iniziativa, avanzata anche dai consiglieri regionali eletti a Brescia Fabio Fanetti e Alessandro Sala del gruppo consiliare “Maroni Presidente”, è quello di consultare i lombardi sulla possibilità di ottenere maggiori condizioni di autonomie politica, fiscale e amministrativa. «Le ragioni economico produttive della Lombardia di oggi» spiega Stefano Bruno Galli, a capo del gruppo “Maroni Presidente”, «determinano una differenza di gran lunga maggiore rispetto alle ragioni storiche, etniche e linguistiche che settant’anni fa militò a favore del riconoscimento della specialità al Trentino Sud Tirolo, Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia e Friuli Venezia Giulia. Si pensi per esempio al residuo fiscale della nostra regione. Per tali motivi, per esempio, questa oggettiva diversità è riconosciuta a livello internazionale dalle principali agenzie di rating. Tutto ciò milita a favore della trasformazione di Regione Lombardia da Regione a Statuto ordinario in una Regione a Statuto speciale, perché ha tutti i titoli per richiedere e ottenere l’autonomia».
Nel merito sono intervenuti anche i consiglieri bresciani Alessandro Sala: «Condivido la scelta del Presidente Maroni di indire il referendum consultivo entro l’anno. I lombardi meritano di essere consultati sul tema di una maggiore autonomia per la nostra regione, che è la più virtuosa del Paese e subisce costantemente una pressione fiscale incettabile da parte dello Stato centrale. Quello che chiediamo attraverso questa proposta di referendum, altro non è che il riconoscimento di quanto già previsto per altre regioni del Paese». «Non stiamo chiedendo di avere aiuti economici da parte dello Stato, ma solo di poter trattenere in Lombardia le nostre risorse», ha dichiarato Fabio Fanetti, «E’ giunto il momento per la Lombardia di eliminare quegli ostacoli che remano contro produttività, economia ed efficienza, rallentati oggi da uno Stato centrale sempre più pesante. Cominciamo a fare i buoni padri di famiglia, assumendo i nostri debiti e le nostre responsabilità per poter così dare ai nostri cittadini risposte pronte e certe. Per questi motivi sono convinto che, anche sul territorio bresciano, caratterizzato da un denso tessuto economico e produttivo, il referendum sarà accolto con favore dalla popolazione, stanca di dover pagare per gli sprechi di altre Regioni e dello Stato centrale».
Per il Movimento 5 Stelle il referendum è tra gli strumenti essenziali della democrazia diretta perché restituisce la parola ai cittadini, da anni esclusi dalle decisioni che i partiti assumono nelle oscure stanze del potere. Le stesse stanze che frequenta la Lega Nord da oltre vent’anni senza nessun risultato tangibile e che, non a caso a ridosso della campagna elettorale, se ne esce con i suoi triti cavalli di battaglia indipendentistici. Per il consigliere regionale bresciano Gianpietro Maccabiani: «Dopo la richiesta di referendum per l’abolizione della legge Merlin siamo alla richiesta di referendum consultivo per una Lombardia a Statuto speciale. L’ansia da consultazione diretta che sembra avvinghiare i fazzoletti verdi che annaspano nel consenso, svilisce però lo strumento referendario rendendolo solo un facile collettore di consensi elettorali. Gli stessi consensi che la Lega a racimolato negli ultimi anni per poi non fare nulla o, peggio, vendere i diamanti in Tanzania. Perché infatti un referendum sulla Lombardia a statuto speciale e non un referendum sull’abrogazione totale dei vitalizi o sulle infrastrutture che impatteranno pesantemente sul suolo lombardo? Ci confronteremo comunque serenamente in Consiglio regionale sul referendum consultivo proposto, anche raccogliendo le sollecitazioni degli attivisti, ma resta l’impressione netta che questa sia l’ennesima iniziativa vuota e propagandistica di un partito alla canna del gas».

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