Fai, i resti romani come arte contemporanea

Per le "Giornate di primavera" nel Capitolium e nel Monte di Pietà verranno esposte opere site-specific dei talenti dell'Accademia Santa Giulia.

(red.) Si chiama «Archeologia e Arte Contemporanea», ed è un ambizioso progetto realizzato all’interno del corso di Arti Visive dell’Accademia Santa Giulia in collaborazione con il Fai, e con il sostegno delle Fondazioni Brescia Musei e Cab, di Siderurgica Leonessa e di Banca Passadore.
Come si intuisce dal nome si tratta di una proposta che intende conciliare gli equilibri dell’antichità e la più recente sperimentazione contemporanea. In parole povere attraverso le opere dei giovani artisti si cercherà di rivalutare le bellezze architettoniche di Brescia.
«L’idea nasce circa un anno fa da una lezione
svolta con l’archeologa Maura Marella – racconta Rita Siragusa, artista e docente dell’Accademia. – Mi sono chiesta quanto potesse essere stimolante per i miei studenti poter interagire col passato». Da qui la collaborazione con il Fai, che per la ventiduesima edizione delle «Giornate di Primavera», in programma sabato e domenica, propone un itinerario per la celebrazione del bimillenario della morte di Augusto.
Accanto ai fastosi resti romani del Tempio Capitolino o nelle stanze del palazzo Monte di Pietà di piazza Loggia si potranno apprezzare le installazioni site-specific realizzate dagli studenti dell’Accademia Santa Giulia. Ma l’iniziativa non riguarderà solo l’art visiva. Accanto alle opere anche una performance teatrale dal titolo «Pop Secret» (domani alle 14 alla fonte di Mompiano, domenica al Capitolium) a cura di  Massimo Tantardini e Carlo Susa. «I siti archeologici non sono visti come vetrine- museo o quinte dove inserire le opere contemporanee, ma sono le opere stesse a interagire con i luoghi».

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